Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Il vino che mette d’accordo tutte ma proprio tutte le guide del Bel Paese? Non esiste. Su ben 9 guide analizzate (edizione 2016) non è uscita nessuna etichetta capace di conciliare i vari team di degustazione. Così l’analisi di WineNews

Il vino che mette d’accordo tutte ma proprio tutte le guide del Bel Paese? Non esiste. Su ben 9 guide analizzate (edizione 2016) non è uscita nessuna etichetta capace di conciliare il gotha della critica enologica del Bel Paese. Così l’analisi di www.winenews.it che, come di consueto (è l’edizione n. 10), ha incrociato le liste dei migliori assaggi, redatte dalle guide dei vini 2016, senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di degustazione (comprendendo eccezionalmente anche la guida Vini Buoni d’Italia, dato il suo limite dichiarato di occuparsi dei vini ottenuti da soli vitigni autoctoni, ndr).
Come nel 2012, quest’anno si ripresenta un esito decisamente bizzarro nella sua perentorietà: nessuna etichetta è stata capace di aggiudicarsi i “Tre Bicchieri” della guida Vini d’Italia “Gambero Rosso”, le “Cinque Bottiglie” della guida Vini d’Italia de “L’Espresso”, le “Tre Stelle” della guida “I Vini di Veronelli”, i “Cinque Grappoli” della guida Bibenda, il “Grande Vino”, cioè quello che rappresenta il meglio dal punto di vista organolettico per Slow Wine (Slow Food), l’inserimento tra i vini che totalizzano il punteggio più alto nell’indice di piacevolezza per l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni, il “faccino” assegnato ai vini valutati con 95/100 o più dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli e le “Quattro Viti”, il massimo riconoscimento di “Vitae - La Guida dei Vini 2016” dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais)” e, ancora, la “corona” attribuita dalla guida “Vini Buoni d’Italia” by Touring Club e curata da Mario Busso e Luigi Cremona.
Soltanto due le etichette che sfiorano il filotto: il Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2010 di Lungarotti, che solo Slow Wine non premia né come “Grande Vino” né come “Vino Slow” mentre centra il successo nella guida “Vini Buoni d’Italia”, destinata, come sappiamo, alla valutazione dei soli vini ottenuti da vitigni indigeni del Bel Paese, e il Primitivo di Manduria Es 2013 di Gianfranco Fino, che, invece, non riesce a fare l’en plein, mancando i “Tre Bicchieri” della guida del Gambero Rosso.
Per restare ai migliori vini d’Italia, mancano l’eccellenza, non convincendo due guide, il Brunello di Montalcino 2010 de Le Potazzine (che non viene premiato dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli e dall’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni), e il Bolgheri Sassicaia 2012 della Tenuta San Guido (che non svetta nell’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni e nella Guida “Vini Buoni d’Italia”, edita dal Touring Club).

Focus - La “Classifica delle Classifiche” ... negli anni passati
Un risultato “secco” che lascia poco spazio all’immaginazione e che amplifica ancora di più (se ce ne fosse bisogno) la riflessione sulla divergenza di giudizio, lecita, ma, forse, troppo marcata dei migliori degustatori del Belpaese che, al netto della ovvia variabilità di risultato enologico da annata ad annata e di altri fattori, non riescono a trovare un gruppo di 10-20 etichette che, in maniera univoca, rappresentino, per la critica, la summa vinicola più o meno costante del Belpaese.
2014

Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2011
2013
Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2011
2012
Nessuno
2011
Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2008
Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2009
2010
Produttori di Termeno, Alto Adige Gewürztraminer Vendemmia Tardiva “Terminum” 2007
Oasi degli Angeli, Kurni 2007
2009
Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2005
2008
Tenuta San Leonardo, San Leonardo 2003
Montevetrano, Montevetrano 2005
Galardi, Terre di Lavoro 2005
Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2004
Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2004
2007
Fattoria di Petrolo, Galatrona 2004
Montevetrano, Montevetrano 2004
2006
Gaja, Sorì San Lorenzo 2001
Casanova di Neri, Brunello di Montalcino Cerretalto 1999
Masciarelli, Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2001
Oasi degli Angeli, Kurni 2003
Galardi, Terra di Lavoro 2003
Montevetrano, Montevetrano 2003
Sandrone, Barolo Cannubi Boschis 2001
Foradori, Granato 2003
Fonte: elaborazione WineNews

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli