Ritardare nell’accesso e nell’utilizzo delle risorse promozione dell’Ocm vino della graduatoria nazionale (30 milioni di euro sui 100 a disposizione ogni anno per l’Italia) sarebbe un grave danno per il sistema vino italiano che è in salute soprattutto (o solo) grazie all’export. Vedere questi soldi tornare addirittura a Bruxelles perché non si è riusciti ad utilizzarli sarebbe un disastro. Ipotesi decisamente improbabile, quest’ultima, più verosimile la prima. In ogni caso, c’è agitazione nella filiera per l’impasse sulla graduatoria nazionale, dopo le diffide ed i ricorsi presentati da alcuni degli esclusi, come già raccontato da WineNews (https://goo.gl/sH4e31), secondo i quali alcuni dei beneficiari sarebbero raggruppamenti costituiti ad hoc poco prima delle scadenza del bando, ma in realtà contenenti al loro interno soggetti che già in passato erano beneficiari di altri Ocm, mentre la novità del soggetto proponente il progetto, unitamente alla novità del mercato obiettivo, erano tra i criteri di premialità più importanti del bando. Al punto che, da quanto si apprende, starebbe per uscire un documento congiunto in cui le organizzazioni di categoria chiedono al Ministero e alle autorità competenti una rapida soluzione e lumi in materia. Perchè, per come stanno le cose ad oggi, anche i soggetti non oggetto di ricorsi, di fatto, sono bloccati, non possono produrre contratti, assicurazioni, fideiussioni e così via. E secondo alcuni, se non si interviene tempestivamente, si rischierebbe il caos anche su alcune delle graduatorie regionali, che vedono spartirsi complessivamente 70 milioni di euro di cofinanziamento.
“Abbiamo già detto a suo tempo che avevamo riserve sul bando e su certi criteri, come quello della novità dei beneficiari - commenta a WineNews Sandro Boscaini, presidente Federvini - avevamo capito che poteva diventare un discorso delicato, perché in un sistema produttivo come quello italiano non è che ci sono 50-100 nuovi attori che si affacciano all’export ogni anno. E poi, come dico spesso, è la goccia che scava la roccia, le istituzioni devono capire che c’è bisogno di un flusso nel tempo di risorse per gli utilizzatori veri, capaci di fare promozione e di utilizzarle in maniera efficiente. Il blocco dell’utilizzo delle risorse per la promozione sarebbe di una gravità enorme, non possiamo permettercelo, specialmente in un momento in cui il vino italiano sembra stare bene, nel complesso, ma che se si guardano i dati nel dettaglio sconta la frenata delle esportazioni dei vini fermi imbottigliati, e cali importanti in alcuni Paese extra Ue”.
“Stiamo lavorando con i colleghi della filiera, stiamo preparando un documento per sollecitare una soluzione al problema perché i tempi sono davvero stretti - aggiunge Antonio Rallo, alla guida di Unione Italiana Vini - e dobbiamo evitare di mettere a rischio l’utilizzo dei fondi promozione, nazionali e regionali, perchè magari qualcuno per mille motivi non riesce a produrre le documentazioni necessarie. Se il settore tiene è grazie all’export, e in questo senso è evidente che la promozione rimane una leva fondamentale”.
“Sono abbastanza preoccupato - spiega Riccardo Ricci Curbastro, alla guida di Federdoc - per usare un eufemismo. Il paradosso è che ad oggi non possono operare nemmeno i soggetti che non sono oggetto di contenzioso che hanno visto approvato il progetto e quindi assegnato il contributo. Spero quindi che possa esserci un provvedimento ad hoc per sbloccare almeno queste situazioni e non sforare con i tempi. Mentre su quello che è oggetto di ricorso, è auspicabile una rapida azione di verifica della regolarità o meno delle cose in ambito di avvocatura di Stato, che può dare un valido parere senza che si debba ricorrere ai tribunali ordinari”.
Perchè, nessuno lo dice chiaramente, ma è ovvio, se tutto dovesse prendere la strada della giustizia amministrativa ordinaria, i tempi si dilaterebbero in maniera importante.
“Siamo nel caos, abbiamo scritto al Ministro Martina - aggiunge Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, la più importante organizzazione delle imprese agricole - rappresentadogli per scritto la necessità di attivare le procedure per non fermare le cose mentre ci sono questi ricorsi in atto, perché le aziende non possono aspettare e sarebbe tremendo perdere 100 milioni di euro di finanziamento per la promozione per le imprese vitivinicole, non ci voglio nemmeno pensare”.
“E nel frattempo - aggiunge Boscaini - i nostri competitor europei, che giustamente hanno accesso alle stesse misure, promozione compresa, non stanno a guardare”.
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