Sarà l'autorità giudiziaria a decidere se si tratta di casi di "contratto di appalto di manodopera" (e quindi vietato dalla legge), come dalle denunce di Carabinieri ed Ispettorato del Lavoro, o di "contratto di appalto di servizi", come invece affermano i responsabili e gli avvocati delle sei aziende vitivinicole del Chianti e del Senese (si tratta di vere e proprie griffes del vino nel mondo), nonchè l'Unione Agricoltori di Siena. Lo scenario di questa "querelle" è la cronica mancanza di manodopera, che, ormai da anni, colpisce l'agricoltura e che spesso stimola le aziende agricole a trovare, comunque, soluzioni e risposte alle esigenze della campagna e del vigneto (potature, legature ed altre operazioni). Le sei aziende (che, in questi ultimi anni, stando ad alcune informazioni raccolte, non avrebbero mai licenziato o non avrebbero mai diminuito quote di lavoro agli operai), secondo i Carabinieri ed Ispettorato del Lavoro, sarebbero committenti di prestazioni d'opera richieste alla Agroservizi srl di Bergamo (società specializzata in servizi in agricoltura, con circa 700 dipendenti). Questa formula, sempre secondo esperti, costerebbe, comunque, all'azienda più che assumere dipendenti.
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