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"ORTI DI NAPOLI": SALVATI PRODOTTI DIMENTICATI. ECCO I PRIMI RISULTATI DEL PIANO AGRIPROMOS: RILANCIO ORTAGGI E LEGUMI DOC

Snaturati per i ripetuti incroci nel tempo o a rischio estinzione: il fagiolo a formella, la torzella, il mais spogna bianca, la papaccella riccia e la zucca lunga di Napoli sono, invece, entrati nel paniere de "Gli orti di Napoli", il progetto che li ha "salvati" e che vuole rilanciarli sui mercati come prodotti di alta qualità. L'intero paniere - definito strumento di valorizzazione territoriale - sarà anche presentato al "banco di assaggio" del premio "Profeti in Patria", in programma per il 21 novembre, a Roma, nella sede dell'Isa (Istituto superiore antincendi).
"Obiettivi del progetto - dice Pietro Micillo, presidente di Agripromos - sono: stimolare l'attività imprenditoriale a sostegno del comparto agro alimentare della provincia di Napoli e riproporre i sapori di questi ortaggi 'antichi' presenti nel patrimonio gastronomico storico della cucina partenopea evidenziandone le proprietà salutari: forte potere antiossidante, notevole apporto di vitamine e proteine vegetali nonché bassissimo contenuto di colesterolo".
I motivi dell'abbandono di queste colture e la loro conseguente scomparsa dal mercato sono imputabili "al forte fabbisogno di manodopera e alle rese più basse delle più recenti varietà". "Ma oggi - spiega Micillo - esiste una richiesta di generi di alta qualità da parte di consumatori esigenti ed attenti che riapre prospettive nuove. Stiamo sviluppando tecniche per destagionalizzare i prodotti orticoli in maniera naturale (senza aggiunta di conservati chimici) in collaborazione con Eureco (società a capitale pubblico della Regione Campania, ex Cirio Ricerche), Facoltà di Scienze Agrarie dell'Università Federico II ed il Laboratorio Chimico Merceologico della Cciaa di Napoli che costituiscono il tavolo tecnico a supporto del partenariato".
Sono state inoltre avviate azioni pilota, per conto degli agricoltori partecipanti al progetto, trasformando limitate quantità di prodotto che viene restituito ai produttori per la commercializzazione nell' ottica della creazione della filiera breve; sono stati realizzati, infatti, accordi tra coltivatori/produttori con ristoranti ed aziende di catering.

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