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1 MILIARDO DI EURO: E’ IL COSTO IN TAVOLA DELLA CRISI IN ATTO NEI PAESI DELL'AFRICA SETTENTRIONALE. DALLA LIBIA ALLA TUNISIA. LE CIFRE SONO DELLA COLDIRETTI. I TUMULTI DI QUESTE ULTIME SETTIMANE HANNO GIÀ MESSO IN DIFFICOLTÀ GLI OPERATORI

Quasi un miliardo. E’ il costo in tavola - secondo la Coldiretti - della crisi in atto nei paesi dell'Africa settentrionale, “con oltre 500 milioni di euro di prodotti alimentari importati nel 2010 in Italia, che, a sua volta, ha esportato in quei Paesi conserve di pomodoro, frutta, biscotti, cioccolato e cereali per un valore stimato in 350 milioni di euro”. L’analisi degli scambi evidenzia “un rilevante flusso di importazioni verso il nostro Paese che riguarda soprattutto pesce, ortaggi e olio di oliva, che rischia di interrompersi per le attuali tensioni sul piano politico ed istituzionale. I tumulti di queste ultime settimane - sottolinea la Coldiretti - hanno già messo in difficoltà gli operatori, con segnalazioni di problemi per lo sdoganamento dei prodotti alimentari italiani che è causa di danni pesanti soprattutto per le merci più deperibili”. I principali paesi di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani sono la Tunisia e la Libia, con un importo che supera i 100 milioni di euro a testa. Ad essere più richiesti dai paesi dell’Africa settentrionale sono i prodotti della dieta mediterranea come la frutta (oltre 50 milioni di euro), le conserve di pomodoro (oltre 35 milioni), la pasta e prodotti della pasticceria (35 milioni), il cioccolato (20 milioni). La bilancia commerciale nell’agroalimentare dell’Italia con i paesi dell’Africa settentrionale - sempre secondo Coldiretti - resta comunque “in rosso”: in Italia sono arrivati pesce, crostacei e molluschi per un valore di 120 milioni di euro, ortaggi, legumi e patate per un importo superiore ai 110 milioni, olio di oliva per 100 milioni, frutta per 25 milioni.

Non solo: alcuni di questi prodotti sono stati recentemente al centro di casi di contraffazione alimentare con segnalazioni di pomodori provenienti dalla Tunisia spacciati per italiani mentre per altri sono stati introdotte di recente limitazioni per le importazioni nell’Ue per problemi di natura fitosanitaria (è il caso delle patate di provenienza egiziana). “Le eventuali difficoltà commerciali - conclude la Coldiretti - non avranno comunque conseguenze negative per i consumatori in un Paese come l'Italia che è il primo produttore europeo di ortofrutta ed il secondo di olio di oliva con il primato delle esportazioni nel mondo: al contrario è l’occasione per valorizzare meglio la produzione nazionale che per la stragrande maggioranza delle referenze è' in grado di sostituire i prodotti importati, con l’eccezione di alcune specialità come i datteri il cui consumo è, però, concentrato nelle festività natalizie”.

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