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11 miliardi di euro la spesa in tavola di turisti italiani e stranieri in vacanza in Italia. Merito anche delle 4.886 “bandiere del gusto” 2015, con Toscana, Campania e Lazio sul podio per numero di specialità tradizionali e tipiche. Così Coldiretti

Se i turisti italiani e stranieri in vacanza in Italia spenderanno 11 miliardi di euro a tavola, per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici, è merito anche delle tante specialità tradizionali e tipiche di ogni territorio d’Italia,
riconosciute anche dalle 4.886 “bandiere del gusto” assegnate nel 2015. A dirlo la Coldiretti, che nel padiglione “No farmers no party”, all’Expo di Milano ha presentato la classifica dei primati enogastronomici regionali e anche l’analisi Coldiretti/Ixe’ sulle “Le vacanze italiane nel piatto”.
“Sono 73 i prodotti che - sottolinea la Coldiretti - si sono aggiunti sul 2014 e che sono andati ad incrementare sul territorio nazionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, secondo la quindicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle Regioni”.

“Un patrimonio che è il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire”.
Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale al primo posto c’è la Toscana (461), insidiata da vicino dalla Campania, che con 28 nuovi prodotti è adesso a quattro lunghezze dal vertice (457) e dal Lazio (393). A seguire si posizionano, l’Emilia-Romagna, che con 378 prodotti ha scavalcato il Veneto (375), davanti al Piemonte con 336 specialità e alla Liguria, che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Puglia con 249, la Lombardia con 247, la Sicilia con 242, la Sardegna con 183, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 154, le Marche con 151, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 105, la Basilicata con 95, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 70 e la Val d’Aosta con 32.

“A prevalere tra le specialità regionali sono - riferisce la Coldiretti - i 1.490 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.366 verdure fresche e lavorate, 782 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 488 formaggi, 221 piatti composti o prodotti della gastronomia, 143 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 155 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 153 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei”.


Nell’elenco 2015 troviamo numerose new entry tra cui, in Basilicata, la soperzata di Rivello, un salume che si distingue per qualità e metodi di produzione dai tanti insaccati analoghi diffusi in tutto il Meridione d’Italia e che viene prodotto da oltre tre secoli; in Campania, la cuccija, una zuppa di grano, ceci, mais, lenticchie ed altro che era tradizione consumarla il 1 maggio perché secondo la leggenda popolare chi la consumava in quel giorno non sarebbe stato aggredito dalle mosche nei campi; in Emilia-Romagna, l’imbalsadura, minestrina di piselli, pancetta e pomodoro; in Puglia, il carciofo di Mola, la cui coltivazione ha ripreso vigore dopo il declino che sembrava inarrestabile provocato da una malattia che causava l’avvizzimento dei capolini; in Sicilia, il cannolo tradizionale di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela che si distingue dagli altri per essere fatto con scorza ottenuta da farina di grani antichi (maiorca), fresca ricotta di pecora, scaglie di cioccolato fondente 70% (grattugiato al momento) e miele di zagara al posto dello zucchero raffinato; in Veneto il formaggio al latte crudo di Posina, tipico prodotto lattiero caseario degli alpeggi del Vicentino dove le mucche mangiano solo erbe e fieno d’alto prato.

“Ma a Expo - prosegue la Coldiretti - hanno fatto bella mostra di sé numerosi prodotti tradizionali che rappresentano una ricchezza per le regioni che ne hanno consentito la valorizzazione. Si va dal salame d’la doja del Piemonte che prende il nome dal contenitore di terracotta nel quale viene lasciato a maturale, al tetoun della Val d’Aosta, ottenuto dalla salmistrazione delle mammelle di bovine autoctone, dal biscotin de Prost della Valchiavenna (Lombardia) da secoli confezionato a mano come fosse un’opera d’arte al presnitz del Friuli-Venezia Giulia, nel quale un ricco e morbido ripieno a base di frutta secca è avvolto in uno strato di pasta sfoglia di forma circolare a chiocciola, dallo schuttelbrot, pane croccante e ricco di spezie dell’Alto Adige, alla stroscia della Liguria, una torta particolare e friabilissima dove l’olio d’oliva, al posto del burro, assicura una maggiore leggerezza e digeribilità, dal prezioso fagiolo zolfino toscano la cui particolarità è la quasi totale assenza di buccia che ne consente l’immediata cottura al vino di visciole delle Marche, bevanda alcolica che si produce facendo macerare una particolare varietà di ciliegie selvatiche nel vino con l’aggiunta di zucchero, dalla fagiolina del lago Trasimeno, conosciuta sin dal tempo degli Etruschi e salvata in tempi recenti dall’abbandono, alla lenticchia di Onano, prodotto laziale particolarmente apprezzato da numerosi Papi per la sua cremosità, dalla ventricina di Montenero di Bisaccia, salume molisano ben accetto per la magrezza delle carni superiore alla norma e per il grasso dalla consistenza particolare alla marmellata di bergamotto, l’”oro di Calabria”, ricetta tradizionale della zona ionica costiera del Reggino, sino al filu ferro della Sardegna il cui nome - conclude la Coldiretti - ricorda la curiosa pratica adottata nella seconda metà dell’Ottocento dai distillatori isolani per evitare la confisca della grappa che veniva interrata in bottiglie localizzabili da un filo di ferro che spuntava dal terreno in superficie”.
Tutte specialità che, sottolinea l’organizzazione agricole, insieme ai 272 prodotti Dop e Igp e ai 415 vini Dop del Belpaese, insieme ai 21.000 agriturismi e oltre 6.600 fattorie dove acquistare direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica, senza dimenticare le centinaia di città dell’olio, del vino, del pane ed i numerosi percorsi enogastronomici, feste e sagre di ogni tipo, sono un grande valore aggiunto all’offerta turistisca dell’Italia.
“Non è un caso che due stranieri su tre considerino la cultura e il cibo la principale motivazione del viaggio in Italia - dice Coldiretti - mentre ben il 78% degli italiani in vacanza vuole gustare i prodotti tipici del luogo in cui si reca secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Una passione che riguarda anche l’acquisto di souvenir con più di un italiano su quattro (28%) che torna a casa con specialità alimentari tipiche da gustare al rientro o da donare a parenti ed amici.

“Vino, formaggi ed olio di oliva made in Italy raccolgono gli interessi dei turisti stranieri anche se con aspettative diverse a seconda delle nazionalità. L’apprezzamento per il vino ad esempio varia molto con gli americani che - continua la Coldiretti - amano particolarmente il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche ai tedeschi insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre i russi bevono soprattutto Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti e gli inglesi Prosecco, Chianti, Barolo”.


Di fronte ad una offerta così variegata è nata l’App Coldiretti “Farmersforyou” per mettere in connessione gli imprenditori agricoli italiani con i nostri connazionali e con i cittadini di tutto il mondo che si recheranno in Italia. Infatti l’App, in versione italiana e inglese a seconda della lingua impostata sullo smartphone o sul tablet, permette di accedere a tutta la rete di Campagna Amica, il più grande circuito europeo di vendita diretta degli agricoltori, con un sistema di ricerca per settore, su base regionale o anche provinciale. In ogni scheda l’utente trova informazioni sui prodotti che si possono acquistare, una selezione delle eccellenze, la mappa per raggiungere il luogo, gli orari di apertura e chiusura, immagini e molto altro. L’App prevede anche il servizio “around me” che geolocalizzando l’utente gli permette di visualizzare in un raggio di 30 km tutto ciò che è presente intorno alla sua persona.

Focus - Le “Bandiere del Gusto 2015”

Toscana 461 (-2)
Campania 457 (+28)
Lazio 393 (+7)
Emilia-Romagna 378 (+22)
Veneto 375 (+4)
Piemonte 336 (-5)
Liguria 294 (-1)
Calabria 269
Puglia 249 (+16)
Lombardia 247 (+1)
Sicilia 242 (+7)
Sardegna 183 (-1)
Molise 159
Friuli-Venezia Giulia 154 (-2)
Marche 151 (-1)
Abruzzo 147
Trentino 105 (-2)
Basilicata 95 (+5)
Alto Adige 90 (-2)
Umbria 70 (+1)
Val d’Aosta 31 (-1)
Totale 4.886 (+73)

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