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11 NOVEMBRE E’ LA FESTA DEGLI ORTI IN CONDOTTA. IL PROGETTO DI EDUCAZIONE DI SLOW FOOD STA CRESCENDO: IN ITALIA SONO 224 IN ALTRETTANTE SCUOLE

Gli Orti in Condotta festeggiano dopo domani 11 novembre, in tutta Italia, un ideale incontro tra le scuole che hanno aderito all’iniziativa. Il progetto nasce dall’esperienza degli Edible School Garden di Slow Food Stati Uniti e in poco tempo si è diffuso in tutto il mondo: in Uganda, ad esempio, 19 scuole con più di 1000 bambini coltivano gli orti scolastici per imparare ad avvicinarsi alla terra ragionando sull’importanza del produrre e consumare localmente, o in Canada, dove i ragazzi di un istituto superiore coltivano un orto e ne trasformano i prodotti in mensa. In Italia sono coinvolte 224 scuole e oltre 16 800 bambini in 19 regioni. Le capofila sono la Toscana, con 49 orti, e il Piemonte, con 41.
L’Orto in Condotta è un modo nuovo di fare didattica rivolto alle scuole dell’obbligo. L’educazione dei bambini ad un diverso rapporto con il cibo, al valore della biodiversità e al rispetto dell’ambiente attraverso il diretto rapporto con la terra è una delle attività in cui Slow Food si è impegnata a livello mondiale.
Il giorno di San Martino, che segna la fine dell’anno agrario, è stato preso a pretesto da studenti, insegnanti (1400), genitori e nonni (oltre 11.500), ossia le persone coinvolte, per mettere a riposo l’orto e festeggiare insieme. I bambini si sentono non solo parte attiva di un progetto, ma anche membri di una comunità.
In questa giornata sono previste numerose iniziative: mercatini, merende o cene con i prodotti coltivati, semina di verdure invernali, spettacoli teatrali. In tutte le scuole, inoltre, contemporaneamente, la comunità dell’orto (studenti, genitori, insegnanti, nonni ortolani) sarà coinvolta in una grande prova di degustazione di marmellate per individuare quella più gradita.
Info: www.slowfood.it

La spiegazione - Perché gli Orti in Condotta?
Con gli orti si consolida il legame con il territorio e si sperimenta una forma di educazione che usa linguaggi nuovi, in cui s’impara anche dal fare. Recuperando un appezzamento adiacente la scuola i ragazzi entrano direttamente in contatto con la terra. Scoprono i ritmi delle stagioni, la ciclicità della natura (che non è mai prevedibile e lineare) i prodotti e le loro caratteristiche (di maturazione e nutrizionali), le possibili trasformazioni o come si conservano. È un ottimo strumento di didattica interdisciplinare. Ma la cosa più importante è che l’orto avvicina il bambino alla natura, facendo crescere un’attenzione all’ambiente profonda, duratura e, speriamo, contagiosa. Un investimento positivo per il futuro.

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