Nella guerra commerciale tra Usa e Cina, se c’è un settore immolato sull’altare dello scontro, è l’agricoltura. E se la battaglia dei dazi non risparmia, e preoccupa, i produttori di vino italiani ed europei, nel mirino dell’amministrazione del Presidente americano Donald Trump, che punta attraverso gabelle e controgabelle a far quadrare i conti ed a portare in equilibrio una bilancia commerciale obiettivamente svantaggiosa per l’economia Usa, i primi a pagare le conseguenze di una strategia controversa e a dir poco miope, sono proprio gli agricoltori d’Oltreoceano. Che, dal crollo delle esportazioni verso la Cina, stanno pagando il conto più salato di tutti, tanto che Washington, pur di difendere le proprie (scellerate) scelte, ha stanziato altri 16 miliardi di dollari di fondi pubblici per aiutare gli agricoltori, pari ad una cifra che va dai 15 ai 150 dollari ad acro, che si sommano ai 12 miliardi di dollari dello scorso anno. Ovviamente, il retroscena politico è di quelli importanti, perché, come ha ricordato il Segretario all’Agricoltura Sonny Perdue, “gli agricoltori sono importanti per il presiedente Trump”. Che, in effetti, nelle zone rurali ha lo zoccolo duero del proprio elettorato, a dir poco tradito, a giudicare dal crollo dei bilanci registrato dal Mississipi all’Alabama, prontamente, e giustamente, sottolineato dei senatori del Partito Democratico.
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