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17 MILIARDI DI EURO IN 7 ANNI, DI CUI 9 PROVENIENTI DA FONDI EUROPEI. A TANTO AMMONTA LA DOTE FINANZIARIA DEI PROGRAMMI DI SVILUPPO RURALE REGIONALI: SE NE PARLA NEL CONVEGNO “LO SVILUPPO RURALE COMUNICATO AI CITTADINI” (MILANO, 17-18 NOVEMBRE)

Oltre 17 miliardi di euro in sette anni, di cui quasi 9 provenienti da fondi europei. A tanto ammonta la dote finanziaria dei Psr, i Programmi di sviluppo rurale regionali che puntano a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale, a valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale e a favorire l’innalzamento della qualità della vita. Le cifre sono di Ismea, partner della Rete Rurale Nazionale, che, a fronte di tali investimenti, si è chiesta quanto ne sappia il cittadino medio, specie dopo uno sforzo di comunicazione ragguardevole, che ha sfruttato ogni media sensibile, dalla tv alla carta stampata, passando per la radio.
La conferma dell’importanza di questo sforzo comunicativo viene dall’indagine, presentata a Milano all’evento “Comunicare lo sviluppo rurale ai cittadini”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Regione Lombardia e della Rete Rurale Europea - Enrd. Realizzata tra il 2010 e il 2011, l’indagine ha evidenziato, rispetto alla comunicazione dei soli programmi di sviluppo rurale italiani, oltre 10.000 passaggi televisivi, tra spot e campagne di comunicazione, e 15.230 uscite radiofoniche su 57 emittenti nazionali e locali. Le televisioni coinvolte nell’ambito delle diverse iniziative di comunicazione dei Psr hanno superato la soglia delle 100 emittenti. Attraverso la carta stampata sono state invece raggiunte, complessivamente, 193 testate, rappresentate prevalentemente da quotidiani locali. Diverse le iniziative veicolate, soprattutto dalle Regioni, anche attraverso magazine e periodici.
Di rilievo inoltre il ruolo comunicativo svolto attraverso la cartellonistica, i materiali di diffusione cartacei, come brochure e cataloghi, i dvd, i convegni e seminari tematici e le azioni educative realizzate presso le scuole. “Occorre comunicare al cittadino - spiega l’Ismea - l’importanza di continuare a garantire fondi pubblici all’agricoltura, una condizione essenziale affinché nelle aree rurali sia assicurata la fornitura di servizi che vanno a beneficio di tutti, dalla cura del territorio alla tutela del paesaggio, dalle nuove opportunità occupazionali per i giovani ad attività formative e di svago per le famiglie e i bambini, compresi agriturismi e fattorie didattiche”.
A livello regionale, al Piemonte va il primato per campagne di comunicazione realizzate attraverso la carta stampata. Per la tv la posizione di testa è appannaggio della Campania, mentre le emittenti radiofoniche sono state presidiate prevalentemente dalla Rete Rurale Nazionale, che agisce come attore unico per tutte le regioni. Tra le singole realtà territoriali, la radio è stata prevalentemente utilizzata da Veneto e Marche. Forte l’attenzione anche per i new media, con il web che ha fatto la parte del leone. Da segnalare il ruolo di altri mezzi meno tradizionali ma in forte crescita, compresi blog e social network, anche dedicati e ritagliati sulle esigenze comunicative dei Psr.
Un esempio di successo è “YouRural net”, la community della Rete Rurale Nazionale dedicata ai giovani agricoltori. Tra le altre iniziative, non convenzionali, il monitoraggio ha messo in luce l’importanza di strumenti innovativi di marketing utilizzati da alcune regioni, in particolare Marche e Calabria, attraverso campagne di comunicazione realizzate per esempio con materiali calpestabili sui camminamenti stradali o con grandi sagome bidimensionali di animali da allevamento disposte su terreni agricoli in prossimità di strade ad alta percorrenza veicolare.
Diverse anche le iniziative in campo cinematografico, tra cui il film-documentario della Rete Rurale sul Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale. Un viaggio attraverso le regioni italiane alla scoperta del ruolo sociale, economico e storico-culturale delle aree di campagna e delle eccellenze dell’agroalimentare made in Italy. Concetti come biodiversità, acqua, ecologia e impresa trovano in questo video una traduzione in termini simbolici, narrativi e documentali, testimoniando l’impatto, in termini di ricadute positive sul territorio, determinato dagli investimenti realizzati nell’ambito dello sviluppo rurale.

Focus - “Sviluppo rurale: un filo diretto con i consumatori e i cittadini”
Fino a quando la Politica Agricola Comune (Pac) viaggiava sull’unico binario degli aiuti diretti destinati a sostenere il reddito degli agricoltori, la Pac era un argomento confinato all’interno del ristretto circolo degli addetti ai lavori. Ora che invece il decollo delle Politiche di sviluppo rurale ha messo al centro degli obiettivi anche le ricadute positive che l’agricoltura ha sull’ambiente e il territorio, e quindi sull’intera collettività, diventa sempre più importante intensificare l’informazione e la comunicazione sul ruolo determinante che il settore primario svolge a favore di tutti i cittadini, che sono i beneficiari ma anche i contribuenti della Politica agricola comune. (Info: www.reterurale.it/Communicatio)
Proprio per valorizzare le esperienze di comunicazione e favorire lo scambio di conoscenze, a livello nazionale ed europeo, il Ministero delle Politiche agricole, nell’ambito del programma Rete Rurale Nazionale, in collaborazione con la Regione Lombardia e la Rete Rurale Europea (Enrd) ha organizzato a Milano il 17 e 18 novembre un convegno dal titolo “Lo Sviluppo rurale comunicato ai cittadini”. L’evento, al quale partecipano anche i rappresentanti della Commissione europea, è affiancato da una mostra multimediale che raccoglie le iniziative più significative realizzate in Europa e in Italia, con una importante presenza dei progetti finanziati dalle diverse regioni italiane.
Centinaia di prodotti, con un obiettivo comune: raggiungere il grande pubblico utilizzando i canali multimediali, dalle tradizionali campagne su televisione, radio e carta stampata, fino all’utilizzo dei social network e del cosiddetto “marketing non convenzionale”. Un grande ruolo ha giocato l’utilizzo dell’immagine con documentari e filmati: il caso più eclatante è il film “Basilicata coast to coast” cofinanziato con i fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr) della regione. Una partita giocata anche con grande attenzione ai media, almeno a giudicare dai numeri: più di 10.000 passaggi televisivi tra spot e campagne di comunicazione, più di 15.000 i passaggi radiofonici rilevati; il numero di testate della carta stampata che hanno supportato la comunicazione sullo sviluppo rurale è stato di 193. Le azioni educative promosse presso le istituzioni scolastiche, altro grande canale informativo ed educativo, sono state ben 190. Protagonisti delle diverse iniziative sono la tutela dell’ambiente e del territorio, le cui ricadute hanno una valenza socio-economica, ma anche le politiche di rafforzamento della competitività, con la grande scommessa del ricambio generazionale per tracciare la strada dell’agricoltura del futuro.
Il motore finanziario di questa complessa sfida è rappresentato proprio dai finanziamenti veicolati attraverso i Programmi di sviluppo rurale, il cui budget prevede ingenti risorse per ciascuno di questi obiettivi. Per quanto riguarda l’agroambiente, la dotazione complessiva dei Psr per il periodo 2007-2013 ammonta a poco meno di 4 miliardi di euro, di cui sono stati già spesi 1,8 miliardi. Un pacchetto di azioni articolato (dalla produzione biologica alle azioni mirate a preservare il suolo, dalla gestione dei siti ad alto valore naturale al mantenimento delle razze locali a rischio) che ha coinvolto oltre 80.000 aziende agricole per una superficie calcolata in 1,7 milioni di ettari.
Sul ricambio generazionale, finanziato attraverso la misura del primo insediamento e un più articolato pacchetto-giovani, le regioni hanno puntato 754 milioni di euro per un turnover previsto di oltre 22.000 neo-imprenditori. Finora, le somme erogate hanno raggiunto i 270 milioni di euro. Lo stanziamento per gli investimenti finalizzati al rafforzamento strutturale delle aziende e ai progetti di trasformazione e commercializzazione ammonta a 2,6 miliardi di euro di contributi pubblici, che raddoppiano con la quota di cofinanziamento a carico dell’imprenditore.

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