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ENOTURISMO

2022, anno della riscossa dei territori del vino. Il “caso” Montalcino, con numeri da record

In estate, nella città del Brunello, presenze a +20% sul pre-Covid, e del +87% sul 2021. Grazie al ritorno degli stranieri, americani in testa

Il 2022 che si sta avviando alla conclusione, al netto delle problematiche legate alla guerra, all’inflazione e al caro energia, è stato senza dubbio quello della riscossa dell’enoturismo, con i territori del grande vino italiano protagonisti, dalle Langhe a Bolgheri, dalla Valpolicella alla Franciacorta. Ed alle evidenze “empiriche” registrate da operatori e turisti, ora si aggiunge quella raccontata dai numeri di uno dei borghi del vino più amati e celebrati del mondo, come Montalcino, che, soprattutto in estate, “è tornata ad essere il feudo globale dell’enoturismo; dopo tre anni di assenza forzata abbiamo ritrovato gli storici frequentatori delle nostre cantine. Enoappassionati da tutto il mondo arrivati in “pellegrinaggio” al Brunello per poi scoprire che qui il vino non è l’unico elemento a fare la differenza. Montalcino è anche paesaggio Unesco della Val d’Orcia, biodiversità, agricoltura, stile di vita: la prova che esiste un enoturismo di qualità, alto-spendente, culturalmente esigente. E che il vino può rappresentare il motore dell’economia di un intero territorio nel rispetto dell’ambiente”. Il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, commenta così le elaborazioni sulle presenze turistiche provvisorie (rilevate dall’ufficio statistico della Regione Toscana) in vista di “Benvenuto Brunello” 2022, l’evento di anteprima delle nuove annate in programma dall’11 al 21 novembre, a Montalcino, in questi giorni resa ancora più bella dai colori del “foliage” della vite (raccontati in questo video).
“Con questi dati - ha aggiunto il presidente Bindocci - le nostre sensazioni estive si sono confermate: da maggio ad agosto 2022 non avevamo mai visto un’affluenza così elevata e allo stesso tempo di qualità. Merito del grande ritorno di americani, brasiliani, inglesi, canadesi, australiani, quelli che prima della pandemia erano gli habitué storici di Montalcino. Il risultato, per un’area rurale che conta una struttura ricettiva ogni 35 abitanti e dove non manca certo lo spazio, è da record: 120.000 presenze con pernottamenti in 4 mesi, addirittura il 20% in più sul pre-Covid del 2019 e un incremento dell’87% delle presenze straniere al confronto con il 2021, quando gli arrivi italiani avevano tenuto in vita l’ospitalità enoturistica. Quest’anno il nuovo switch ci riporta alla definitiva normalità, con gli stranieri da 60 nazioni che tornano a rappresentare quasi il 70% del totale ospiti negli alberghi del borgo, negli agriturismi, nelle cantine e nei relais delle aziende vitivinicole, nelle enoteche, nelle fiaschetterie e - dal 2021 - nel Museo “Tempio del Brunello”, che si è appena aggiudicato il premio innovazione di Tiqets, la piattaforma di prenotazione online leader a livello mondiale per musei e attrazioni”.
Dai dati provvisori - osserva il Consorzio - i pesi degli arrivi sembrano essere tornati agli assetti pre-pandemici, con i big spender, in crescita dai Paesi terzi, che erano ovviamente gli statunitensi, primo mercato estero per le vendite di Brunello di Montalcino, ma anche brasiliani e canadesi, oltre ai più vicini tedeschi e inglesi. L’analisi per macroaree restituisce alle Americhe il 25% delle presenze complessive (erano al 7% nel 2021 e a poco più del 2% nel 2020), con una crescita dell’incidenza di ospiti dell’Unione Europea ed un calo degli italiani, che rappresentano 1/3 della domanda ma che, nel 2020, erano arrivati a 70%.
A Montalcino è di 3.500 la superficie di vigneto iscritta a Doc e Docg con 2.100 ettari a Brunello, un valore quest’ultimo volutamente rimasto lo stesso da 25 anni. Ciò che non cambia sono anche gli ettari di bosco: dei 31.000 ettari del comprensorio, la metà sono di bosco (e incolti), con il 10% a oliveti e solo per il 15% dalle vigne, poi pascoli, seminativi e altre colture. La comunità agricola (un’azienda su due è agricola) è tra le più ricche al mondo e tra le più virtuose a livello nazionale, con un’economia fondata per la metà delle proprie imprese da aziende agricole e un tasso di disoccupazione che non arriva al 2%, in grado di assorbire anche gran parte della manodopera dei comuni limitrofi (4.000 addetti nei periodi di punta). Il vigneto arriva a punte valoriali che oggi sfiorano il valore di quasi 1 milione di euro per ettaro, per un totale di oltre 2 miliardi di euro. Secondo un’analisi Winenews la crescita del valore della vigna, rispetto a cinquant’anni fa, è 4.500%. Altissima la propensione green, con una vigna bio che oggi sfiora il 50% del totale coltivato per la Docg. Nel 2021 il Brunello di Montalcino è risultato il vino più conosciuto tra i consumatori italiani, con una notorietà al 67% secondo il report annuale Wine Intelligence, realizzato su un campione rappresentativo di consumatori del Belpaese. A “Benvenuto Brunello” 2022 partecipano 137 cantine: in degustazione, il Brunello di Montalcino 2018, il Brunello di Montalcino Riserva 2017, il Rosso di Montalcino 2021, oltre alle referenze degli altri due vini della denominazione, lo storico vino di Montalcino famoso già nel Cinquecento, Moscadello, e Sant’Antimo. Per una kermesse che conterà, dunque, ben 9 giornate di degustazioni, tra Montalcino e quattro “capitali” internazionali, come Londra, New York, Los Angeles e Toronto, dove il 17 novembre sarà celebrato il “Brunello Day”, con eventi e degustazioni ad hoc.

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