“Dopo la tempesta perfetta del 2022, il 2023 è stato l’anno del caos”. Così Mauro Bruni, presidente di Areté, introduce le dinamiche dei mercati agrifood al centro di “Commodity Agricole”, evento organizzato da Unione Italiana Food (Uif) ed Areté - The Agri-food Intelligence Company. “Le contrazioni repentine dei prezzi di alcuni comparti registrate nel corso del 2023 (frumento duro -32%, frumento tenero -36%, riso -40%, olio di girasole -38%) si sono affiancate a nuove e improvvise impennate di prezzo. L’olio extravergine di olive ha superato la soglia dei 9.000 euro alla tonnellata sulla piazza di Milano, con un aumento di quasi il 70% negli ultimi 12 mesi; nello stesso periodo il prezzo della fava di cacao è aumentato del 62%, mentre quello delle nocciole di quasi il 50%”.
La magnitudo dei classici elementi che influenza i mercati è solo marginalmente smorzata da condizioni strutturali in graduale miglioramento, e questo non farà altro che aumentare ulteriormente la frequenza e la portata dei fenomeni di volatilità sui mercati. “Inoltre”, precisa Bruni, “il contesto macroeconomico risulta ancor più aggravato dal degradarsi del contesto geopolitico che contribuirà - sia direttamente che indirettamente - ad alimentare ulteriori tensioni sui mercati agrifood”.
Guardano all’andamento delle diverse colture, si registrano raccolti molto eterogenei tra le principali aree di produzione ed esportazione di cereali, risultato di andamenti climatici differenziati e variazioni, anche importanti, nei trend delle scelte di semina, stanno generando un’apertura degli spread tra i prezzi dei cereali, con mais e tenero che, pur con livelli di produzione (e nel caso del tenero, di qualità) deludenti in Ue, beneficiano degli abbondanti raccolti di Usa e Russia, rispettivamente. Le prospettive di prezzo del mercato del riso, limitate nelle possibilità di ribassi da un mercato mondiale previsto in deficit, appaiono eterogenee a seconda delle varietà e fortemente dipendenti dalle politiche commerciali di un grande esportatore come l’India. Spicca nel comparto la tensione dei prezzi del frumento duro, soltanto in parte mitigata in UE dall’abbondanza delle importazioni da Turchia e Russia.
Prevalgono, sui mercati dei principali oli vegetali, le aspettative di crescita economica globale contenuta, che potrebbe limitare la dinamicità della domanda internazionale di commodities e le tensioni sulle quotazioni del comparto energetico e dei carburanti. I prezzi degli oli si attestano su livelli relativamente deboli e risultano appesantiti dalla fase di raccolta dei semi oleosi nell’emisfero nord e di elevata produttività delle piantagioni di palma nel Sud Est asiatico. Si delinea tuttavia all’orizzonte il possibile impatto di El Niño sulla produzione di olio di palma, che potrebbe facilmente creare tensioni sull’intero comparto, in un momento di spread molto limitati. Sfugge a questa dinamica l’andamento del mercato dell’olio di oliva, che nel corso dell’ultimo anno ha visto le quotazioni toccare dei massimi storici sulla scorta del calo di oltre il 50% della produzione spagnola a causa della peggiore siccità mai registrata, che sta intaccando anche le prospettive di raccolta per la campagna entrante.
Il mercato del cacao, dopo due anni consecutivi di deficit, attraversa una congiuntura di prezzi record. L’offerta nella campagna 2023/24 continua a subire l’impatto negativo di un meteo avverso in Africa occidentale, ma anche di politiche commerciali restringenti e di costi produttivi elevati. La contrazione della domanda sarà il fattore chiave per assistere ad un parziale ritracciamento dei prezzi. Per lo zucchero, in una congiuntura di prezzi internazionali record, supportati da scorte limitate e da politiche restrittive all’export in India, i prezzi in Europa e in Italia mostrano qualche segno di cedimento rispetto ai picchi del 2023. Contesto energetico più favorevole, un euro più forte e un minor fabbisogno di importazione rispetto alla scorsa campagna stanno infatti contribuendo, nella campagna 23/24, al parziale restringimento del premio record dei prezzi europei sui prezzi internazionali. Sul caffè, spicca il calo dell’offerta in aree produttive chiave (come Vietnam e Indonesia) che hanno portato i prezzi della varietà robusta su livelli record. Il miglioramento dell’offerta brasiliana ha invece portato i prezzi della varietà arabica a ritracciare rispetto ai record del 2022. Nel 2023/24 il previsto aumento dell’offerta rappresenta un fattore ribassista sui prezzi, tuttavia il mercato stenta a ricostituire livelli di scorte adeguati, restando ancora ostaggio della volatilità e degli eventi climatici.
La produzione di latte in Ue rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese, e mostra tassi di crescita limitati. La bassa disponibilità di latte lascia poco margine per aumentare le trasformazioni, e le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. Il mercato delle uova subisce ancora gli effetti degli strascichi dell’aviaria 2022 e delle tensioni degli input produttivi. In un contesto di domanda anelastica l’indice di autosufficienza del mercato in Ue fatica ad aumentare in maniera consistente, e, pur con qualche margine di deflazione, i prezzi si mantengono esposti a volatilità.
L’ascesa dei costi di produzione, compresi il crescente costo del gas naturale e degli imballaggi, hanno caratterizzato la campagna 2022/2 del pomodoro, fissando le quotazioni su livelli record. Gli aumenti sia per il concentrato, che per polpa e passata hanno superato il 30%. Condizioni climatiche particolarmente anomale, legate soprattutto a piogge intense e grandine, accentuano le incognite anche per la campagna 2023/24, evidenziando una situazione critica e altamente volatile per il prezzo del pomodoro da industria.
Dopo una campagna 2022/23 caratterizzata per buona parte da un trend generalizzato di prezzi bassi, per il comparto frutta secca, si apre una campagna 2023/24 decisamente più volatile e di sostegno alle quotazioni. Il principale elemento di volatilità, fattore comune a molti di questi mercati ed aree geografiche, è l’impatto di un clima irregolare e di eventi meteo estremi sulle produzioni. Tuttavia, anche nell’ampio comparto della frutta secca, si distinguono mercati/aree geografiche che sperimentano dinamiche differenti. È il caso del pistacchio Usa che, sulla scia di un raccolto record, ha raggiunto prezzi minimi dal 2017, mentre per contro il prezzo delle nocciole è aumentato di quasi il 50% negli ultimi 12 mesi.
Nonostante miglioramenti produttivi nel 2022 abbiano favorito una generale distensione delle quotazioni internazionali dei legumi, queste ultime rimangono esposte alla volatilità dei singoli mercati, con forti diversificazioni per varietà/aree, impedendo di tornare ai livelli di prezzo a cui eravamo abituati prima del 2021. Scorte ancora basse e condizioni meteo avverse nei principali player produttivi delineano un’offerta mondiale 2023/24 di legumi in calo che fatica a tenere il passo ai crescenti consumi globali.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024