L’Independence Day americano oggi spegne 241 candeline: quasi due secoli e mezzo di simboli, che tutto il mondo oggi associa a questa firma storica che ha sancito l’indipendenza della costa est dalla corona britannica. Oltre due secoli di bandiera a stelle e strisce, di Philadelphia (culla della libertà), di campane crepate e silenziose, di falò giganteschi, fuochi d’artificio spettacolari e di hot dog: milioni di hot dog.
La simbologia legata al giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, come ricorda ABA English, è vasta e commisurata all’importanza che gli americani danno a questa festa: a partire da Philadelphia, celebrata come “culla della libertà” (“The Cradle of Liberty”) perché accolse la firma del testo della dichiarazione; passando per la bandiera a stelle e strisce (“The Star-Spangled Banner”) che sventola orgogliosa in ogni giardino e monumento statunitense, e alla “Liberty Bell”, campana crepata il cui rintocco annunciò l’avvenuta firma e che ormai non si suona più da 200 anni per paura di romperla; fino al detto “fare un John Hancock” che significa scherzosamente firmare un documento, rifacendosi alla firma in cima a tutte che vi appose il presidente del congresso nel lontano 1776.
Ma il 4 luglio è anche festa. Sono pochi gli americani che rinunciano al tradizionale pic-nic del 4 luglio, a suon di hot dog, pannocchie di mais e patatine fritte, tanto che la rivista Time ha incoronato l’Independence Day “la più grande festa del hot dog dell’anno”: sono infatti ben 155 milioni i panini imbottiti di salsiccia bollita che vengono consumati regolarmente in questo giorno di celebrazioni, uno ogni due americani. E poi ci sono i tradizionali falò (“bonfires”), soprattutto nel New England, e gli spettacolari fuochi d’artificio, che segnano la fine della festa: quest’anno lo spettacolo pirotecnico più grande sarà a New York, dove più di 60.000 botti illumineranno le acque dell’East River.
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