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298 MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO AL COMPARTO VINICOLO NEL 2010. NESSUNA OBIEZIONE DELL’UE AL PIANO NAZIONALE ENTRO LA SCADENZA DEL 30 SETTEMBRE. IL MINISTRO ZAIA: “GRANDE SODDISFAZIONE, 60 MILIONI IN PIÙ DEL 2009”

Buone notizie per il vino italiano: l’Unione Europea non ha presentato obiezioni al Piano Nazionale di sostegno al comparto vitivinicolo entro la data consentita del 30 settembre, e così i 298 milioni di euro stanziati per il 2010 dal Ministero delle Politiche Agricole diventano effettivi.
Esulta il Ministro Zaia, soddisfatto anche perché vengono messi a disposizione “ ben 60 milioni di euro in più rispetto al 2009. Un risultato del lavoro dell’Amministrazione - ha detto Zaia - che ha svolto al meglio il suo ruolo di coordinamento e confronto con le Regioni per assicurare il pieno rispetto delle normative comunitarie”.
I 298 milioni di euro saranno così ripartiti: 98 milioni per il finanziamento della ristrutturazione e della riconversione dei vigneti, 35 milioni per la promozione del vino nei Paesi terzi, 32 per la distillazione dell’alcool per uso bocca, 20 milioni per la distillazione dei sottoprodotti, 50 per l’utilizzo dei mosti concentrati, e 63 milioni di euro complessivi per la vendemmia verde, le assicurazioni sul raccolto e la distillazione di crisi.

Focus - Piano nazionale 2010 per il sostegno al comparto vinicolo italiano: Cia “serve sostegno ai produttori ora”; Copagri “resta emergenza”
“Prendiamo atto della piena operatività del Programma nazionale per il settore vino, crediamo, però, che sia ora indispensabile predisporre ed attuare entro tempi brevi anche reali e concreti sostegni verso i produttori che stanno vivendo una fase molto difficile, con il crollo dei prezzi delle uve, in particolare quelle da tavola, e con l’aumento considerevole dei costi produttivi e contributivi”: lo sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori che chiede, quindi, al Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia l’apertura immediata di un tavolo di confronto tra i vari componenti della filiera per affrontare i complessi problemi con i quali oggi fanno i conti i vitivinicoltori italiani. Per Copagri “il problema che resta è quello dell’emergenza che da tempo e attualmente investe il comparto come l’intero sistema produttivo agricolo. Quella del vino è una delle prime tre voci dove il crollo dei prezzi all’origine è più alto e supera nettamente il trend negativo medio delle quotazioni agricole all’origine”.
“Per il settore del vino - avverte la Cia - siamo ormai all’emergenza vera. Dal Nord al Centro, al Sud, suona forte il campanello d’allarme. I produttori sono allo stremo. La frenetica corsa al ribasso delle uve (quelle da tavola sono arrivate anche a 10 centesimi il chilo) sta mettendo a dura prova tantissime imprese che vedono tagliati i loro redditi. La conseguenza è che verranno sempre meno i margini di investimento per il mercato e per molte aziende si prospetta addirittura lo spettro della chiusura”. Per la Cia “il crollo dei prezzi delle uve sta così costringendo i produttori a vendere sottocosto. Si registrano netti cali anche per alcune uve atte a produrre vini Doc, che quotano sotto i 20 centesimi il chilo. Un lavoro, quindi, in perdita per gli agricoltori, molti dei quali, visto lo scenario attuale, possono abbandonare la produzione vitivinicola. Per questa ragione - conclude la Cia - sono quanto mai opportune misure straordinarie per venire incontro alle esigenze dei produttori. Una scelta fondamentale per rivitalizzare le imprese e favorire la competitività sui mercati che è andata sempre più diminuendo”.
“L’operatività del programma nazionale per il settore vitivinicolo è senz’altro una buona notizia e lo è soprattutto nell’ottica della pianificazione degli investimenti per la prospettiva e per questo va dato atto al Ministro Zaia dell’impegno profuso”, secondo il presidente di Copagri Franco Verrascina, il quale però sottolinea “come su un anno fa i prezzi all’origine del vino hanno subito una contrazione superiore al 20% che, unita agli alti costi produttivi e di gestione delle aziende, rende non più sostenibile l’attività. L’uva è raccolta sempre meno e questo è un inquietante segnale per il futuro. Ecco perché continuiamo a invocare attenzione e concreti interventi a favore delle aziende nella finanziaria 2010”.

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