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“3 italiani su 4 hanno ridotto l’acquisto di generi alimentari di qualità a causa della crisi. Ma al tempo stesso uno su 2 è consapevole dell’importanza della qualità del cibo”: così l’agroeconomista Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market

“Tre italiani su quattro hanno ridotto l’acquisto di generi alimentari di qualità a causa della crisi. Ma, al tempo stesso, uno su due è consapevole dell’importanza della qualità del cibo. Siamo oltre il livello di guardia, e gli ultimi dati Waste Watcher sono un grido d’allarme che nessuno deve sottovalutare”: così l’agroeconomista Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e autore del libro intervista “L’oro nel piatto”, scritto con il giornalista Simone Arminio per Einaudi.
“Il 43% degli italiani, per la nuova survey elaborata dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg - spiega Segrè- è disposto a rinunciare ad altre spese pur di mantenere alta la qualità del cibo che mette nel carrello e quindi nel piatto. Ma non basta: per il 76% degli italiani i costi del cibo di qualità gravano oltre misura, nell’economia familiare”.
“Un dato - continua il presidente - che dal 76% del nord arriva addirittura a toccare l’89% degli intervistati nelle isole. Valori che si rispecchiano nelle risposte sulla riduzione dell’acquisto di prodotti agroalimentari di qualità: a sud ammette di dover contingentare queste scelte l’83% degli intervistati, più di 3 italiani su 4 quindi. E nelle isole si sfiora il 90%. Convenienza e prodotti stagionali sono il mantra di quasi un italiano su due, al momento della spesa (45%). Il rimanente 50% si divide fra chi coltiva un approccio specifico (dietetico, macrobiotico, legato ad abitudini alimentari e al bio 27%) e chi dichiara di non seguire schemi particolari (28%)”.
“Secondo l’ultimo Rapporto curato dall’Osservatorio Waste Watcher - osserva ancora il presidente di Last Minute Market, Andrea Segre - lo spreco alimentare domestico, ovvero il cibo ancora buono che finisce direttamente nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di Pil. Mentre l’Istat conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di povertà. Non si può mangiare stellato ogni giorno: rispettare il diritto al cibo giusto, sano e sufficiente, un cibo medio e possibilmente mediterraneo, significa nutrire un pianeta che è allo stesso tempo troppo affamato e troppo sazio. Significa, quindi, restituire valore al cibo, coltivando la cultura della prevenzione degli sprechi alimentari”.

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