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4 BOTTIGLIE DI OLIO SU 10 IN VENDITA PRESENTANO MUFFE, IL 16% CONTIENE OLIO DERIVANTE DA OLIVE ALTERATE E L’8% ADDIRITTURA RANCIDO. COSÌ UN’INDAGINE SU QUALITÀ DEGLI OLI DI OLIVA IN ITALIA DI COLDIRETTI, SYMBOLA E UNAPROL. FOCUS: ARRIVA “GENIUSOLEI”

Quattro bottiglie di olio su dieci in vendita in Italia presentano muffe (oltre il 40% delle bottiglie in vendita), il 16% contiene olio derivante da olive alterate e l’8% addirittura rancido. Emerge dalla prima indagine sulla qualità degli oli di oliva in vendita in Italia, secondo un’analisi organolettica su campioni di olio vergine ed extravergine di oliva acquistati nei supermercati ed esaminati da un panel costituito dall’Agenzia delle dogane, promossa da Coldiretti, Symbola, la Fondazione per le qualità italiane, e Unaprol-Consorzio olivicolo italiano, di scena oggi al Centro Congressi Rospigliosi a Roma in occasione della presentazione del progetto “GeniusOlei” che ha l’obiettivo di promuovere nel mercato una profonda conoscenza dell’olio, delle sue caratteristiche qualificanti, insieme ad un’azione di promozione delle eccellenze del settore. “Più della metà delle bottiglie di olio esaminate dovrebbe dunque essere declassato - sostengono Coldiretti, Symbola e Unaprol - e non potrebbe quindi essere venduto come extravergine”. Dall’analisi sono stati esclusi quelli a denominazione di origine (Dop) e quelli ottenuti al 100% da olive italiane, ma compresi oli di grande diffusione. “Le dimensioni del fenomeno scoperto - aggiungono Coldiretti, Symbola e Unaprol - richiedono un immediato intervento delle autorità predisposte ai controlli soprattutto in vista del Natale durante il quale l’extravergine è un dono particolarmente apprezzato”.

“E’ scandaloso che in un Paese come l’Italia che ha conquistato primati mondiali nella qualità dell’extravergine i cittadini siamo costretti a consumare con l’inganno prodotti scadenti che potrebbero anche mettere a rischio la salute”, dice il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “vale la pena di impegnarsi nell’intensificazione dei controlli anche sulle grandi marche nell’interesse dei consumatori e di quello dei tanti olivicoltori colpiti duramente dalla contraffazione, ma anche perché si tratta di un settore strategico per l’economia, il made in Italy, il turismo e l’ambiente, a protezione del rischio di dissesto idrogeologico”.

“Per l’olio - sottolinea Ermete Realacci, presidente di Symbola - è importante seguire la stessa strada che da anni è stata intrapresa con successo nel settore vinicolo. Puntare sulla qualità più che sulla quantità, sul legame con i territori e sulle eccellenze che questi custodiscono. E’ questa la via per essere più forti in Italia e nel mondo e per combattere anche la concorrenza sleale e le sofisticazioni che insidiano l’olio italiano. Il progetto che oggi vogliamo lanciare è quello di una campagna di promozione, conoscenza e tutela della qualità nella filiera produttiva dell’olio. Una strategia fondamentale, soprattutto nella crisi che stiamo attraversando, per difendere e far crescere uno dei prodotti più famosi del made in Italy”.

“L’alta qualità dell’olio extra vergine di oliva italiano è ferma ai box. Una sorta di Formula 1 al contrario dove sullo scaffale competono oli chimicamente perfetti; che però al profilo sensoriale risultano difettati, in alcuni casi ex vergini spacciati per extra vergini per lo più taroccati dal punto di vista dell’origine del prodotto”, denuncia Massimo Gargano presidente di Unaprol, aggiungendo che, ““GeniusOlei” rappresenta un nuovo inizio per sconfiggere l’imbroglio che è presente sullo scaffale italiano e che oggi senza una adeguata campagna di informazione dei consumatori rischia di far prevalere i più furbi prestigiatori e non i migliori oli I.O.O.% di alta qualità italiana”.

Per non cadere nella trappola del mercato il consiglio di Coldiretti, Symbola e Unaprol è quello di guardare con diffidenza ai prezzi eccessivamente bassi che non coprono neanche il costo delle olive, come dimostrano i numerosi e preoccupanti casi di sequestri di olio deodorato a basso prezzo effettuati dalle autorità di controllo. Considerando che una confezione da un litro di un buon olio extra vergine di oliva, prodotto al 100% con olive italiane, non potrebbe costare, mediamente al consumo, sullo scaffale di un supermercato, meno di 6 euro. Si parte dagli attuali 3,53 euro il chilo per un buon olio extra vergine già lavorato e disponibile per la vendita in un frantoio in Puglia anche se in Calabria si sale a 3,64 euro al chilo, in Sicilia 4,67 euro al chilo e al centro nord 5,80 euro al chilo. Al prezzo di base, vanno aggiunti i costi di confezionamento per bottiglia, etichetta ed etichettatura, tappo, imballaggio, trasporto, quantificabili in 0,74 euro. Seguono, poi, altre 0,76 euro per i costi di commercializzazione. Sono quelli che comprendono le spese di marketing: annunci, messaggi pubblicitari, grafica e di distribuzione alla rete vendite. Concorre, infine, a determinare il prezzo finale della singola confezione il ricarico del punto vendita, quantificato, quest’ultimo, in 0,62 euro a bottiglia. Si raggiunge, cosi, considerando come punto di partenza la cifra di 5,62 euro quale costo unitario di un chilo di olio extra vergine di oliva, cui va aggiunta l’Iva del 4%. Si ottiene, quindi, un prezzo finale che arriva a sfiorare i 6 euro. Questi rappresentano solo i costi fissi, senza margini di profitto o di extra profitto, che un’azienda deve sostenere per presentare sul mercato il proprio prodotto.

In Italia si producono in media 500.000 tonnellate di olio di oliva che per il 60% è venduto come extravergine per un totale di circa 300.000 tonnellate. Di queste quasi un terzo per un totale di 100.000 tonnellate sono destinate all’autoconsumo e alle vendite dirette. L’Italia è il principale importatore mondiale di olio di oliva per un totale di 470.000 tonnellate all’anno che vengono spesso miscelate alla produzione nazionale e alimentano i consumi nazionali di 700.000 tonnellate e le esportazioni di circa 250.000 tonnellate all’anno. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 40 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea.

Focus - Arriva il progetto “GeniusOlei” by Coldiretti, Symbola & Unaprol

Di fronte allo scaffale che non aiuta i consumatori a scegliere l’alta qualità certificata degli oli extra vergine di oliva italiani nasce il progetto “GeniusOlei”, un’iniziativa promossa da Coldiretti, Symbola e Unaprol che ha l’obiettivo di promuovere nel mercato una profonda conoscenza dell’olio, delle sue caratteristiche qualificanti, parallelamente ad un’azione di promozione delle migliori eccellenze del settore. Il progetto prevede diverse azioni, tra cui, road show nei principali distretti olivicoli italiani, indirizzati ai produttori e ai consumatori nella consapevolezza che non c’è certezza di creare una filiera olivicola di qualità in un paese in cui la gente non sa ancora distinguere un olio rettificato da un olio extravergine d’oliva di pregio. “GeniusOlei” si prefigge, inoltre, di promuovere la tutela paesaggistico-ambientale degli oliveti in particolare di quelli storici caratteristici del territorio e di promuovere la convocazione degli “Stati generali dell’olio”. La durata del progetto è di 3 anni, nel corso dei quali si prevede di monitorare e promuovere i migliori extra vergine di oliva italiani anche attraverso la realizzazione di un blog dedicato.

L’Italia è la patria dei mille colori e dei mille sapori dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità. Il nostro Paese è primo nel mondo per produzioni di alto pregio. I veri oli extra vergini di oliva made in Italy si distinguono sul mercato mondiale perché tutti legati a territori diversi che imprimono al prodotto un carattere distintivo unico ed irripetibile. Una sorta di Dna del gusto che non è clonabile come ha già fatto su scala mondiale, per gli oli standard, un mercato poco attento al concetto della qualità. L’Italia è unica sull’eccellenza delle sue produzioni e, per la sua storia di primati, ha un futuro già segnato: quello dell’alta qualità certificata. Il vero made in Italy dovrà competere solo con l’eccellenza delle sue produzioni e non con la politica dei bassi prezzi che brucia ricchezza e rende tutti più poveri. Da qui l’idea di Coldiretti, Fondazione Symbola e di Unaprol di avviare un processo di qualificazione del settore olivicolo facendo leva sia sulla domanda che sull’offerta.

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