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4 FAMIGLIE SU 10 TAGLIANO LA SPESA A TAVOLA: GIÙ CEREALI, CARNE, OLIO OLIVA E VINO. A DIRLO LA CIA - CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI. PER IL NETTARE DI BACCO NON SCENDONO PIÙ SOLO I VINI DA TAVOLA, MA ANCHE DOC E DOCG (MEGLIO GLI SPUMANTI)

Il carrello della spesa della famiglia italiana resta ancora povero, si punta infatti alle promozioni, a comprare nei discount e addirittura a cambiare menù per spendere meno, lasciando ancora al palo i consumi alimentari che, nel 2009, registrano una crescita di appena lo 0,2-0,4% sul 2008. E così quattro famiglie su dieci hanno tagliato drasticamente la spesa alimentare. Il 60% ha addirittura cambiato menù, mentre il 35% è stato costretto ad optare per prodotti di qualità inferiore. Per mangiare, comunque, si continua a spendere di più al Centro e al Sud che al Nord. Lo evidenzia la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, sui dati dell’ultima indagine di Ismea, sottolineando “una situazione di cautela da parte del consumatore”.
I cali più accentuati, sottolinea la Confederazione colpiscono soprattutto i derivati dei cereali, la carne bovina, l’olio d’oliva e il vino, dove la riduzione di spesa non riguarda più solo i vini da tavola, ma anche quelli Doc e Docg (ma gli spumanti fanno segnare una lieve ripresa). Meglio frutta e ortaggi. Le vendite, inoltre, risultano in lieve aumento nel Nord-Est e nel Centro, in leggera flessione nel Nord-Ovest e stabili al Sud. “La tendenza al ristagno - ricorda la Cia - si è riscontrata, d’altra parte, in tutti i primi nove mesi dell’anno. Il consumatore, come rileva la stessa indagine dell’Ismea, appare ancora cauto e, sebbene non riduca i volumi acquistati, tuttavia fa più ricorso alle promozioni e agli acquisti effettuati presso i canali più convenienti, come i discount”.
Anche davanti a prezzi che non hanno subito rincari - afferma la Cia - sussiste un clima d’attesa e non s’intravede un riorientamento della composizione di spesa verso un carrello complessivo di maggior valore. Anzi, il fenomeno a cui si assiste da tempo è un impoverimento del “budget” di spesa”.
Secondo la Cia, il 40% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di carne, in particolare quella bovina, il 38% quelli di pane, il 36% quelli di olio d’oliva e il 35% quelli di vino. Nel dettaglio dei primi nove mesi del 2009, sempre su dati Ismea, si osservano contrazioni nella domanda di derivati dei cereali (-1,4% in quantità) sullo stesso periodo del 2008. Calo imputabile, afferma la Cia, “totalmente ai derivati del frumento, mentre tiene il consumo di riso”. Flessioni anche per la carne bovina (-2,2%), per l’olio di oliva (-1,3%), nonostante i forti ridimensionamenti dei prezzi, e per i vini e spumanti (-1,14%). Tra questi ultimi, alla diminuzione della domanda per i vini senza denominazione si è aggiunta anche quella rivolta ai vini Doc/Docg, mentre una lieve ripresa si registra per gli spumanti.
Invariati, sottolinea ancora la Cia, gli acquisti domestici di carne avicola e suina, di salumi, di latte e derivati. Una domanda più vivace, invece, hanno registrato i prodotti ittici (+3,8%), gli ortaggi (+1,4%) e la frutta (+2,9%).

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