02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

50 miliardi di export entro il 2020, obiettivo possibile per l’alimentare italiano: internazionalizzazione, innovazione e qualità i punti forti, come svela la ricerca “Strategie e performance dell’industria alimentare” by Università Cattolica

L’obiettivo per il settore alimentare italiano, dichiarato in più di un’occasione dal Governo e dal Ministro delle Politiche Agricole Martina, è quello di raggiungere i 50 miliardi di euro di export entro il 2020. Per ora, anche grazie all’onda lunga dell’Expo di Milano, siamo a quota 36,9 miliardi, con un balzo, nel 2015, dell’9%, per un fatturato complessivo di 133 miliardi di euro frutto del lavoro di 58.000 imprese, che fanno dell’alimentare uno dei settori più performanti tra i manifatturieri. Una performance economico-aziendale indagata da un gruppo di ricerca dell’Università Cattolica (www.unicatt.it), attraverso la rielaborazione dei dati di bilancio di 448 imprese e un questionario rivolto a 120 di esse, caratterizzate da maggiore competitività, da cui è nato un libro, “Strategie e performance dell’industria alimentare”, firmato da Fabio Antoldi, direttore Centro di ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica, Daniele Cerrato e Antonio Campati.
“L’internazionalizzazione - ha spiegato l’autore dello studio, Fabio Antoldi - denota inequivocabilmente il Dna delle imprese di successo, un processo non recente e che si sta allargando: stanno comparendo nuove direttrici di export che sono prevalentemente Stati Uniti, Canada e mercati asiatici. A ciò si associa spesso una notevole capacità innovativa, incrementale non radicale, che si manifesta soprattutto nel packaging, nei nuovi formati e nel lancio di nuovi prodotti. Mediamente le imprese d’eccellenza presentano tre, quattro innovazioni all’anno, puntando sulla qualità, ma anche sulla tradizione perché si tratta per la maggior parte di aziende familiari dove le generazioni che si susseguono garantiscono una certa continuità”.
Questa forza strutturale del comparto rende possibile l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di export da raggiungere entro il 2020, come ha sottolineato Luigi Scordamaglia, presidente Federalimentare: “c’è un percorso di continuità che parte dalla ricerca fatta da Ornaghi sulle principali imprese italiane dell’industria alimentare, passa attraverso la grande vetrina di Expo 2015 che si è rivelata un palcoscenico unico per il nostro modello agroalimentare e una piattaforma unica d’incontri di affari, grazie alla presenza di imprese straniere, top buyer, investitori da tutto il mondo, distributori e fornitori, e arriva fino a Cibus 2016. L’obiettivo - dice Scordamaglia - è chiaro: 50 miliardi di export entro il 2020, un obiettivo possibile anche grazie all’apertura verso nuovi mercati dove esportiamo non solo il made in Italy, ma quello che definiamo made with Italy, il know how italiano e il modo efficiente e sostenibile di produrre eccellenze. Mostreremo al mondo come nessuno al pari delle nostre aziende alimentari è in grado di coniugare innovazione e tradizione con prodotti d’eccellenza che da un lato affondano in un’ inimitabile tradizione secolare, dall’altro hanno un contenuto di innovazione e servizio - conclude il presidente Federalimentare - che li rende adatti non solo alle esigenze del consumatore di oggi, ma anche a quello di domani”.
“All’inizio dell’indagine intuivamo che il settore alimentare aveva risposto bene alla crisi, ma l’obiettivo era proprio quello di scoprire le cause di questa tenuta. Immaginavamo - spiega Lorenzo Ornaghi, presidente Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica -di dover analizzare sicuramente ragioni di ordine economico, ma la nostra attenzione si è focalizzata anche nel capire chi fossero gli imprenditori, i loro percorsi personali, la loro capacità di far tesoro delle esperienze dei fondatori e, non da ultimo, le modalità con le quali affrontano il tema della successione nella guida dell’impresa”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli