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55 milioni di euro per sostegno alla liquidità, alla ristrutturazione del debito e agli investimenti degli allevatori: ecco il “Fondo Latte” attivato dalle Politiche Agricole. Pascale (Slow Food): “valorizzare prodotto in base ad origine”

Nei giorni della “guerra” del latte, come la ha ribattezzata Coldiretti, almeno una buona notizia arriva per il settore: il Ministero delle Politiche Agricole rende noto che è stato firmato dal Ministro Maurizio Martina il decreto attuativo del “Fondo Latte”.
“Il Fondo latte - ha dichiarato Martina - sarà uno strumento utile per sostenere la liquidità, la ristrutturazione dei debiti e gli investimenti degli allevatori italiani. Si tratta di un intervento da 55 milioni di euro che rientra nel nostro Piano straordinario per il settore lattiero e si aggiunge alla cancellazione dell'Imu sui terreni, dell'Irap e all'aumento della compensazione Iva al 10% approvati con la legge di Stabilità. Siamo in campo con tutti gli strumenti a disposizione per sostenere il reddito degli allevatori che affrontano in questo momento una situazione di mercato preoccupante".
Il Fondo latte, in particolare, prevede interventi per la ristrutturazione del debito, come l'abbattimento dei costi di garanzia e interessi nel limite del de minimis, e per favorire gli investimenti attraverso la possibilità di accedere al Fondo credito Ismea.

Focus - Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia: “fondamentale valorizzare le specificità del prodotto”
“Il prezzo del latte, oggi al di sotto del costo di produzione, mette in ginocchio tutti gli allevatori, più o meno virtuosi. Il problema in realtà non è nuovo: non sono mai state create le condizioni per differenziare il latte in base alle aree di produzione, i contesti ambientali e le condizioni di allevamento degli animali”. Così Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, che aggiunge: “il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti, una penalizzazione dell’intero settore e una qualità che nel tempo si è abbassata sempre più sotto i colpi del produttivismo a tutti i costi. Noi di Slow Food ci battiamo da sempre per riportare l’attenzione non soltanto sul prezzo del latte, ma sulla creazione di strumenti in grado di raccontare qualità e specificità della produzione, diversificando il prodotto sul mercato. Solo così si riusciranno a garantire condizioni eque per i produttori e per i consumatori, che potranno effettuare le loro scelte in modo consapevole, tenendo conto anche degli aspetti ambientali e sociali, oltre che organolettici”.

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