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“60 ANNI FA LA RIFORMA AGRARIA SEGNO’ UNA SVOLTA. ORA CI VUOLE UNA NUOVA POLITICA AGRARIA PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE”: COSI’ IL PRESIDENTE CIA GIUSEPPE POLITI DAL CONVEGNO “60 ANNI DALLA RIFORMA FONDIARIA” DI SCENA A ROMA

“Se 60 anni fa la Riforma agraria, anche con tutti i suoi limiti, perché si trattò di una “legge stralcio”, contribuì a migliorare l’agricoltura, favorendo lo sviluppo socio-economico e la modernizzazione delle aziende, oggi appare quanto mai necessario un nuovo progetto per il settore primario. C’è l’esigenza di una nuova politica agraria per poter affrontare e vincere le nuove sfide poste dal contesto internazionale. Una svolta che deve nascere dalla Conferenza Nazionale dell’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, un appuntamento indispensabile per delineare, fra tutti i protagonisti dell’agroalimentare italiano, azioni e strategie condivise che aprano nuove prospettive e assicurino, soprattutto ai giovani, certezze nel futuro”. A dirlo è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi dal convegno promosso in collaborazione con l’Istituto “Alcide Cervi”, sul tema “60 anni dalla Riforma fondiaria” che si è concluso oggi a Roma.

“Ripercorrendo gli eventi che caratterizzarono le varie fasi della Riforma, a sessant’anni di distanza - sottolinea Politi - appare più nitida e netta la validità delle lotte, attraverso le quali si rivendicava la riforma agraria non solo nell’interesse immediato delle forze sociali interessate (i braccianti ed i contadini senza terra), ma per favorire lo sviluppo economico generale dell’Italia e la sua crescita civile e democratica. Una Riforma, dunque, che liberò nuove forze produttive e contribuì alla trasformazione dell’Italia. Contemporaneamente, però, pur assistendo all’industrializzazione del Paese, venne valorizzata anche l’agricoltura, le cui imprese cominciarono ad innovarsi, segnando un passaggio che oggi possiamo definire epocale. Si può, insomma, dire che, allora, la riforma agraria migliorò la situazione nelle campagne e favorì l’espansione dell’industria, a vantaggio di tutta la nazione”.

“Oggi, come 60 anni fa, l’agricoltura ha, quindi, bisogno di una nuova politica. Di un reale cambiamento. Davanti a nuove sfide e scadenze decisive, a cominciare dalla riforma della Politica agricola comune post 2013, serve - continua il presidente della Cia - un nuovo progetto e non più solo dei provvedimenti di emergenza e frammentari. E la Conferenza nazionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, da noi proposta fin dal 2004, diventa un passaggio obbligato. E su questo abbiamo riscontrato un vastissimo consenso da parte dei vari componenti della filiera agroalimentare, degli esponenti delle istituzioni centrali (Governo) e locali (Regioni), dei rappresentanti delle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione”.

“In una situazione di profonda crisi del settore primario, con redditi in calo, prezzi in discesa e costi sempre più in crescita, c’è assoluto bisogno di un deciso mutamento di rotta. Dobbiamo progettare l’agricoltura del futuro. E per questo - rimarca Politi- diciamo basta a provvedimenti sporadici e ad azioni scollegate. Diciamo un fermo ‘no’ alla logica del declino. Noi siamo per lo sviluppo e per politiche di ampio respiro: l’agricoltura non è allo sbando; tanto meno gli agricoltori hanno ‘tirato i remi in barca’ e rinunciato ad essere imprenditori. Vogliono soltanto essere messi nelle condizioni di operare con efficacia, di competere seriamente sui mercati”.

“Come già avvenne con le due precedenti Conferenze del 1961 e 1978, anche oggi siamo, dunque, chiamati a disegnare un progetto di agricoltura, che - sottolinea il presidente della Cia - ci permetta di affrontare, con adeguata capacità competitiva, le sfide di un’economia globalizzata. Occorre, di conseguenza, un confronto alto sull’agricoltura in uno scenario in cui tutto cambia in fretta. La Conferenza nazionale - conlude Politi- dovrà delineare un progetto condiviso nei confronti del quale le istituzioni e le rappresentanze agricole possano assumersi le proprie responsabilità, impegnandosi a realizzarlo. Strategia condivisa, attuazione nel rispetto dei ruoli e dei livelli istituzionali, partecipazione delle forze sociali è, d’altronde, quanto delineato nella proposta della Cia del nuovo patto con la società”.

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