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“CHIEDIAMO LO STATO DI CALAMITA’ AL MINISTRO ALEMANNO”: IL DRAMMA DEGLI APICOLTORI ITALIANI RIDOTTI ALLO STREMO

Gli apicoltori italiani sono disperati: il 2002, la peggiore annata apistica mai registrata in Italia, ha visto la produzione di miele nazionale scendere in media del 70%, con picchi negativi in alcune regioni (in particolare del Centro e del Sud) che hanno toccato il 95%. Per questo gli apicoltori hanno rivolto al Ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno un appello accorato: “Chiediamo lo stato di calamità”. Un vero e proprio dramma, economico, ma anche umano: sono centinaia le lettere, provenienti da ogni parte d’Italia, arrivate nelle scorse settimane sul tavolo del Ministro. Gli apicoltori e le loro famiglie, estremamente preoccupati, chiedono che siano messe in atto misure straordinarie di sostegno per chi svolge questa attività come fonte primaria del proprio reddito.

Un esempio per tutti quello di Roberto Batignani, apicoltore professionista di Montalcino (una delle capitali del miele d’Italia), che ha preso carta e penna e ha scritto al Ministro Alemanno invocando attenzione. “Quest’annata il raccolto di miele è stato praticamente nullo - spiega Batignani - e ciò si somma al notevole calo della produzione che avevamo già avuto negli ultimi anni. Ho sempre svolto questo mestiere con passione e grandi sacrifici, dopo aver ereditato l’azienda da mio padre e mio nonno, ma adesso sarò quasi certamente costretto a chiudere l’attività”.

Le ragioni dell’annata particolarmente disastrosa sono due: un andamento climatico inconsueto, che non ha permesso alle api di “bottinare” il nettare per produrre il miele, e la massiccia presenza nell’ambiente di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, in particolare pesticidi e fertilizzanti. Le api, insetti sensibilissimi, tanto da essere considerate vere e proprie “sentinelle dell’ambiente”, muoiono a milioni davanti ai loro alveari, offrendo uno spettacolo desolante che rappresenta, secondo gli esperti, solo la punta dell’iceberg di un fenomeno di ben più vasta portata, riguardante l’intero ecosistema ormai gravemente compromesso.

Di questo si parlerà a Montalcino, dal 6 all’8 settembre, alla Settimana Nazionale del Miele, in un momento delicatissimo per il settore apistico, che ora più che mai necessita di una politica di sostegno e rilancio. Basti pensare che il raccolto di quest’anno ammonta a circa 30.000 quintali rispetto ai 100.000 quintali del 2001, ovvero 14 milioni di vasetti di miele in meno. In Italia ci sono 50.000 apicoltori, di cui 7.500 per i quali l’apicoltura rappresenta l’attività economica principale: il valore stimato del settore, compreso l’indotto, è di circa 60 milioni di euro all’anno, ma se si considera il valore stimato per il servizio di impollinazione all’agricoltura la cifra sale a 2,6 miliardi di euro all’anno.

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