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AGRICOLTURA E POLITICA

9 Paesi dell’Est Europa chiedono il rinvio al 2024 della nuova Pac. Con l’appoggio di Coldiretti

La richiesta di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria (gruppo Visegrad), insieme a Bulgaria, Croazia, Estonia, Lituania e Romania
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Il presidente Coldiretti, Ettore Prandini

La Politica Agricola Comunitaria (Pac) è una delle misure più importanti dell’Unione Europea. Quella che entrerà in vigore nel 2023, frutto di un un lungo lavoro di negoziato tra i Paesi membri, in 7 anni, muoverà 387 miliardi di euro. Ed è figlia di un accordo raggiunto in un mondo diverso da quello che il conflitto tra Russia e Ucraina sta ridisegnando ben al di là dei confini dei due Paesi. E sebbene si possa pensare a qualche aggiustamento, come ha spiegato nei giorni scorsi, a WineNews, l’eurodeputato Paolo De Castro, è pressochè impossibile pensare ad una sua revisione profonda. E complesso è anche pensare ad un rinvio dell’entrata in vigore di un anno, e quindi dal 2024. Che, pure, è la richiesta dei “Paesi del gruppo Visegrad”, ovvero Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria, per l’occasione allargato a Bulgaria, Croazia, Estonia, Lituania e Romania. Richiesta che, ora, viene appoggiata anche da Coldiretti, “la principale organizzazione agricola italiana con 1,6 milioni di associati”, spiega una nota, che ha scritto nero su bianco il proprio appoggio alle organizzazioni agricole dei 9 Paesi.
“Rispetto al periodo in cui è stata messa a punto la riforma - spiega il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - lo scenario di riferimento è cambiato radicalmente sia a livello nazionale che internazionale. Il settore agricolo è tra quelli più sensibili al conflitto tra Russia e Ucraina e la sua attuale importanza per la sicurezza complessiva dei cittadini europei, richiede uno sforzo adeguato a prescindere dall’inerzia della macchina burocratica. Ci auguriamo che le istituzioni europee sappiano cogliere questo momento per aprire una nuova riflessione sul futuro delle politiche per i sistemi agroalimentari alla luce di un quadro geopolitico che, a prescindere dalla durata e dall’esito della guerra in corso, sarà profondamente mutato rispetto ad oggi.
“Per questo - scrive Prandini ai colleghi dell’Est - siamo disponibili a portare avanti la proposta di rinvio della Pac e a collaborare con voi per incoraggiare anche altre organizzazioni di agricoltori europei e non solo per sostenere la richiesta proveniente da agricoltori, imprenditori e lavoratori agricoli di circa un terzo dei paesi dell’Unione Europea, che per storia e geografia sono più colpiti da questa guerra”.

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