02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

NEL SEGNO DELLA CIVILTÀ DEL VINO: GLI ALIGHIERI DOPO SETTE SECOLI DI NUOVO IN TOSCANA

Italia
La villa in Valpolicella di Pieralvise Serégo Alighieri

Gli Alighieri tornano in Toscana venti generazioni dopo l’esilio di Dante da Firenze all’ospitale Verona. Lo fanno grazie al successore di Sommo Poeta, il conte Pieralvise Serégo Alighieri, con l’acquisizione di un podere con 80 ettari di terreno da destinare a vigneto, corredati da ampi fabbricati, in Val d’Orcia, a pochi passi dal territorio del Brunello di Montalcino, nell’area della doc Montecucco, una dei nuovi Eldorado del vino di Toscana (l’investimento, a regime, sarà di 15 miliardi). I legami storico-sentimentali con la Toscana, uniti alla passione per l’attività agricola e la vitivinicoltura, che contraddistingue l’impegno professionale del conte Pieralvise, hanno fatto interrompere definitivamente un distacco che aveva resistito ad ogni tentativo di ricongiungimento.

Il conte Pieralvise Alighieri ricorda ancora come “mentre Dante a Verona componeva il “Purgatorio”, ricevette l’offerta, da parte dei governanti fiorentini, di un perdono e del ritorno in patria, ribadendo la propria innocenza” e “che, nel 1494, si ebbe analogo diniego da parte di Dante III, successore di Piero Alighieri figlio di Dante. L’unico segnale di ripresa dei contatti si ebbe, invece, nel 1865, per il sesto centenario della nascita del Sommo Poeta, quando il Comune di Firenze insignì la famiglia Alighieri del Patriziato fiorentino (titolo del quale Pieralvise si vanta tuttora, ndr). I secoli passano ed ora è il momento della riconciliazione che parte dall’avvio di una attività imprenditoriale del conte Pieralvise, che opera curando le sue “Possessioni”, un centinaio di ettari, a Gargagnago, in Valpolicella, dove, all’interno del gruppo vitivinicolo Masi, produce vini con il marchio Serégo Alighieri, oltre ad altri prodotti alimentari che, per l’alta qualità intrinseca e per il nome Alighieri, trovano successo in Europa come in un’America sempre più affascinata dalla figura del grande poeta.

L’esperienza veronese, che comprende ormai da una decina di anni anche l’ospitalità nella “Foresteria delle Possessioni” per educational ed altre iniziative culturali legate al territorio ed al vino, viene ora reiterata con la proposta del “vino degli Alighieri” e con lo sviluppo dell’attività didattico-ricettiva che affiancherà quella vitivinicola. E’ un ritorno, con il vino, che fa da paciere tra la Toscana e gli Alighieri e che ha avuto la spinta del famoso enologo Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini e massimo esperto dei vini di Toscana, e dei tecnici del Gruppo Masi, prestigioso produttore, tra l’altro, del celebre vino veronese Amarone. “Sarà - ricorda il conte Pieralvise Alighieri - un’azienda a ciclo completo, con due vini rossi progettuali per la fascia superiore dei mercati mondiali, che saranno pronti a partire dalla vendemmia 2005, il progetto prevede la riorganizzazione dell’intero sistema aziendale. In collaborazione con la Masi e seguendo la propensione del gruppo veneto per l’uso di uve autoctone, punteremo su vigneti locali, a partire da Sangioveto, Canaiolo e Colorino per arrivare a due grandi vini delle terre di Dante. Masi ne curerà, in particolare, la commercializzazione con i suoi consolidati canali. Non sarà, comunque, solo un’azienda, ma un centro di cultura per e sul territorio e per gli appassionati dell’enologia”.

Così, passando per il vino, la ventesima generazione degli Alighieri riapprova in Toscana, creando un “ponte” con Verona e la Valpolicella. Una Valpolicella che, con Masi, Boscaini e Serègo Alighieri si è espansa, seguendo sempre il disegno della valorizzazione delle uve autoctone, ai confini tra Veneto e Friuli, proponendo i vini “modello Veneto” e che, in aprile al Vinitaly di Verona, presenterà anche i suoi nuovi vini realizzati sui terreni e negli impianti di Mendoza, in Argentina.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli