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NEW YORK APPLAUDE IL BRUNELLO DI MONTALCINO: LA CITTA’ TRAGICAMENTE COLPITA DAGLI ATTENTATI CELEBRA IL SUCCESSO DEL CONSORZIO DEL BRUNELLO E DELLA STRAORDINARIA VENDEMMIA ‘97

Un'anteprima mondiale porta il Brunello di Montalcino nella città di New York, colpita al cuore dagli attentati, ma pronta ancora ad innamorarsi di un ottimo vino: insomma, nonostante i tragici eventi che hanno recentemente martoriato New York, infatti, il Consorzio del Brunello di Montalcino ha raccolto l’invito degli importatori e degli operatori Usa ed ha organizzato il 5 e 6 novembre un “wine tasting” nel cuore di New York: un successo grande quanto lo straordinario Brunello ’97, che sarà messo in produzione il 1 gennaio 2002, presentato in questa occasione in anteprima mondiale. L’evento ha riunito giornalisti delle più importanti testate americane per una conferenza stampa al ristorante “San Domenico” di Tony May - uno dei più noti ristoratori di New York, anche lui colpito da vicino dagli attentati dell’11 settembre (May, infatti, possedeva, oltre al San Domenico, altri due noti locali proprio ai piedi delle Torri Gemelle). Grande successo per il “wine tasting” all’Hotel Grand Hyatt, dove i produttori di Montalcino e gli importatori di New York sono stati presenti ai propri tavoli per la presentazione del Brunello ‘97 ed anche gli altri vini di Montalcino agli operatori Usa. In rappresentanza del Consorzio del Brunello hanno partecipato, il presidente Filippo Fanti, il direttore Stefano Campatelli e i due vicepresidenti Giacomo Neri e Gioberto Zannoni: “a New York - spiega Stefano Campatelli, direttore del Consorzio - abbiamo trovato tanta voglia di normalità, di pensare al futuro in senso positivo. I referenti del mondo del vino negli Stati Uniti hanno accolto con grande entusiasmo questa manifestazione che ha visto la partecipazione di 36 aziende del Brunello di Montalcino. Un’accoglienza straordinaria è stata riservata anche alla presentazione del Brunello ’97, uno dei migliori vini del 20° secolo”. Un successo confermato anche dalla presenza di circa 400 operatori americani, tra importatori e ristoratori: “gli operatori - sottolinea Campatelli - hanno confermato tutti gli ordini e in alcuni casi hanno chiesto quantitativi maggiori. Un segnale positivo che, almeno per adesso, scongiura ogni possibile crisi”. Insomma, almeno per il momento, il mercato internazionale del vino di alta qualità sembra godere di buona salute, anche se rimane difficile fare previsioni sul lungo termine.

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