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IL MINISTRO ALEMANNO SOMMOZZATORE TRA I TONNI DESTINATI A "SUSHI" ... PENSANDO A PROSSIMA RIFORMA PESCA IL 28 MAGGIO IN COMMISSIONE UE

Lo si conosce come alpinista provetto sulle vette dell'Himalaya, ma il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno è apparso a suo agio anche indossando la muta e scendendo, al largo delle coste spagnole, tra tonni destinati a diventare prelibati "sushi", uno dei piatti tradizionali giapponesi a base di pesce crudo. A Murcia, nel sud-est della Spagna, dove oggi si chiude la riunione informale dei ministri dell'agricoltura dell'Ue, Alemanno è stato l'unico ministro tra i Quindici a cogliere l'invito del presidente di turno spagnolo del consiglio Ue, il
ministro Miguel Arias Canete, per immergersi nelle grandi vasche dove vengono allevati i tonni rossi, venduti freschi agli operatori giapponesi. Gli altri ministri hanno preferito limitarsi ad un più tranquillo "snorkeling". "Siamo scesi - ha raccontato Alemanno all'Ansa - in grandi vasche formate da reti circolari in cui i tonni vengono allevati" con esemplari che raggiungono il metro e mezzo di lunghezza. Dall'esperienza potrebbe nascere un'idea nuova per la
piscicoltura italiana considerando che per questo tipo di
allevamenti esiste solo un centro sperimentale a Lampedusa. Sul fronte della pesca del resto, il commissario europeo
per l'agricoltura Franz Fischler ha annunciato "che sottoporrà il 28 maggio alla Commissione europea le sue proposte di riforma del settore" che, pur non ancora annunciate, hanno provocato una dura alzata di scudi da parte dei paesi più interessati, come la Spagna. Più in particolare per il Mediterraneo, il commissario ha
precisato che presentera "un secondo pacchetto di misure in
luglio in cui toccherà i temi legati alla pesca mediterranea, agli accordi internazionali e al settore della
trasformazione". Al riguardo Alemanno ha commentato: "Si
tratta di portare regole uguali per tutti nel Mediterraneo". L'Italia, infatti, è particolarmente interessata a sviluppare i rapporti rivieraschi con i paesi dell'altra sponda del Mediterraneo per evitare conflittualità, come ci sono state in passato, e per gestire a livello comune le risorse del mare, in modo da dare maggiori prospettive di sviluppo alle flotte dei pescherecci.

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