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WTO: CONTO ALLA ROVESCIA PER INTESA UNIONE EUROPEA PRODOTTI DI QUALITA'. IL SOTTOSEGRETARIO URSO: "14 SU 40 SARANNO ITALIANI". LA FOTOGRAFIA DELLA COLDIRETTI SUL FALSO "MADE IN ITALY" AGROALIMENTARE

"La presenza dei prodotti italiani é ormai un dato acquisito, saranno 14 su 40, a dimostrazione del grande riconoscimento della produzione tipica e di qualità del nostro Paese. Nelle prossime ore si dovranno definire dei particolari che riguardano alimenti di altri Paesi ma possiamo dirci sicuri che a Ginevra è stato raggiunto l'accordo definitivo": lo dichiara il vice Ministro delle Attività Produttive (con delega al Commercio Estero) Adolfo Urso che esprime la sua "soddisfazione" per i lavori del Comitato Titolari 133 dell'Unione Europea che sta ultimando una lista ridotta, di 40 prodotti, che potranno essere inseriti nei registri multilaterali sulle indicazioni geografiche previsti nel Round negoziale del Wto. Il vice Ministro delle Attività Produttive Urso si dice fiducioso che nel prossimo vertice di Cancun si possa fare un ulteriore passo in avanti "sia per i vini e gli alcolici che per gli altri prodotti agroalimentari, verso i quali è sempre più ampio il sostegno dei Paesi in via di sviluppo".
E la fotografia dei "falsi" prodotti tipici arriva dalla Coldiretti. Sul solo mercato statunitense sono falsi quasi una bottiglia di vino italiana su due e nove formaggi "made in Italy" su dieci, per un giro di affari pari a 2,5 miliardi di dollari contro i 900 milioni in valore delle esportazioni italiane.
La specialità "made in Italy" più imitata, secondo i dati riportati dalla Coldiretti, nel mondo è il Parmigiano Reggiano, che diventa Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il sud America e Parmesan, dagli Stati Uniti al Giappone. Sorte simile per gli altri 13 prodotti italiani inseriti nella lista dei prodotti tipici da difendere, tra cui l'Asiago e la Mortadella Bologna prodotte negli Usa, il Romano e il Gorgonzola canadesi, il Chianti in fiasco con il tricolore dell'Argentina, il Marsala e il Tinboonzola australiani e la Grappa ottenuta in Sud Africa. Perciò la lista proposta dall'Unione Europea "é assolutamente necessaria ed andrebbe semmai ampliata per rendere più efficace il registro multilaterale delle indicazioni geografiche (relative ai prodotti alimentari e ai vini) con carattere vincolante per tutti i membri del Wto. Da difendere è il paniere nazionale delle specialità alimentari che può contare su 130 prodotti con il marchio Dop o Igp, su un totale comunitario di 624 (pari al 21%)". A guidare la classifica italiana sono i prodotti ortofrutticoli (36), seguono i formaggi con ben 30 prodotti riconosciuti, gli oli di oliva (30), i prodotti a base di carne (26) ed infine gli aceti (2), i prodotti da panetteria (3), due prodotti di carne e frattaglie fresche ed una essenza.
Il valore al consumo dei prodotti a denominazione di origine nazionali è pari a 7,7 miliardi di euro (1,5 miliardi di Euro le esportazioni), dei quali 4,3 per i formaggi, 2,8 per salumi e prosciutti, 0,08 per l'ortofrutta, 0,05 per gli oli di oliva e 0,4 per gli altri prodotti. A questi valori si sommano, inoltre, quelli dei vini di qualità, per i quali l'Italia può contare su 24 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (Docg) e 314 Denominazioni di origine Controllata (Doc).


I 14 prodotti tipici da difendere nel mondo

Vini e Spiriti (tra parentesi, i Paesi delle imitazioni)
Chianti (Argentina)
Grappa (Usa, Argentina e Australia)
Marsala (Usa, Argentina e Australia)

Altri prodotti
Asiago (Usa)
Fontina (Usa e Argentina)
Gorgonzola (Canada, Brasile e Australia)
Grana Padano (Usa e Canada)
Mortadella Bologna (Sud America)
Mozzarella bufala campana (Australia, Cina)
Pecorino romano (Usa, Argentina, Australia)
Prosciutto di Parma (Usa, Brasile)
Prosciutto di San Daniele (Usa)
Prosciutto toscano (Brasile)
Parmigiano reggiano (Brasile, Argentina, Sud e Centro America, Usa, Canada, Australia, Giappone)

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