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IL COUS COUS PIU' BUONO? E' QUELLO DEI BERBERI

Da gestore di un'azienda a conduzione familiare specializzata nella produzione del cous cous 'fatto a mano' a vincitore del Cous cous fest, la kermesse gastronomica internazionale di San Vito Lo Capo (Trapani).

L'algerino Sid Ali Lahlou, primo premio per il miglior cous cous, ha strappato il titolo al tunisino Arroum Mimoun Messai Abdallah con la ricetta del cous cous d'orzo alle verdure. La pietanza affonda le radici tra i popoli berberi dell'antica Cabilia, dove questo piatto ricorre in circostanze luttuose o festive. Pomodori, zucchine, carote, fagiolini, carne di manzo sono gli ingredienti della ricetta del cous cous d'orzo biologico alle verdure.

L'autore algerino è titolare della maison du cous cous Lahlou, a Tizi Ouzou (Algeria),dove non ci sono macchinari ma soltanto vecchie bilance. E dove trecento donne, dai 20 ai 50 anni, lavorano la semola con le mani, rigorosamente senza guanti a dispetto delle norme igieniche, per produrne circa 70.000 tonnellate all'anno. Ma per Lahlou il segreto della vittoria è contrassegnato dalla fusione tra abilità culinaria, mente imprenditoriale e ricerca in collaborazione con la studiosa Chabi Thouria, anche lei presente alla manifestazione, che ha scritto il volume "Le ricette Cabile di una volta", da cui è stata estrapolata la ricetta del cous cous d'orzo.

"Nel 2002, la nostra regione è stata attaccata dalla polizia militare nazionale - commenta la studiosa - la popolazione berbera della Cabilia era in pericolo. Parlavo con le donne che mi raccontavano di questa sofferenza. Dal nulla creavano una ricetta per sopravvivere. Così ho iniziato a fare una raccolta. Ogni ricetta ha una motivazione e una storia".

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