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AL RISTORANTE E' MEGLIO ANDARCI SENZA BAMBINI, COSI' VOGLIONO I GRANDI CHEF. UNO STUDIO DI ETA META RESEARCH SU 154 LOCALI TOP PER BARGIORNALE

L'alta ristorazione in Italia non è attrezzata per l'accoglienza dei bambini: anche tra i ristoranti superstellati non si fa nulla per incoraggiare la presenza dei più piccoli che, di fatto, non sempre sono considerati veri e propri clienti. "E' un servizio che forniamo ai genitori" hanno detto gli intervistati in occasione dell'indagine condotta da Eta Meta Research su 154 ristoranti, selezionati dalle più importanti guide, e commissionata da Bargiornale (Agepe Gruppo Editoriale), il mensile dei consumi fuori casa diretto da Antonio Mungai. "Colpisce - commenta il presidente dell'istituto di ricerca Saro Trovato - l'ignoranza in sette casi su dieci della Carta dei diritti alimentari per la crescita dei bambini (Euro Toques) anche da parte dei super-ristoranti che hanno scelto di offrire un menù specifico per i baby-ospiti. Un errore strategico e culturale poiché i locali della grande cucina italiana possono connotarsi come uno dei volani dell'immagine del Paese. E una maggiore attenzione ai piccoli potrebbe contribuire a sollecitare a generare cultura e a sviluppare un'educazione al gusto e ai sapori". I bambini al di sotto dei dieci anni rappresentano in media meno del 3% della clientela settimanale, concentrati soprattutto nel weekend (80,5%). Alla cassa, per il 58,4% degli intervistati la presenza dei bambini è indifferente, almeno dal punto di vista economico. E quasi un ristorante su cinque (18,2%) la considera addirittura uno svantaggio. Addirittura, secondo il 14,9% degli interpellati, la valutazione economica "diventa secondaria rispetto al disagio che questa clientela, facilmente più turbolenta o poco educata, crea agli avventori adulti". Solo il 22,1% la considera un vantaggio e sono ancora una rarità (il 4,5%) i servizi di baby-sitting. Sul conto, comunque, il 56,5% dei ristoranti non applica alcuna forma di esplicito sconto sui piatti consumati dai bimbi mentre sono quasi un quarto i ristoranti che offrono prezzi ridotti per i bimbi (la riduzione media applicata al prezzo è inferiore al 50%) o menù a basso costo. Ma quali sono le proposte culinarie previste per i piccoli? Il 65,6% dei ristoranti top nelle guide "non prevede nessuna alternativa al menù offerto agli adulti, al massimo si cerca di venire incontro alle specifiche esigenze espresse dai genitori. Solo il 24% degli intervistati risponde di offrire un menù appositamente studiato per i bambini". Creare lo spazio tra i tavoli dove posizionare carrozzine o passeggini è "no problem" per l'85,1% dei ristoratori che nel 71,4% dei casi mettono a disposizione anche seggioloni. Ancora poco diffusi (30,5%) le posate e i bicchieri idonei per i bimbi. E solo 5 ristoranti su 100 (5,2%) hanno delle aree intrattenimento interne al locale (soprattutto i ristoranti del Sud e Isole, con l'11,5% e quelli del Nord Est, con il 7,1%. Maglia nera al Nord Ovest, con l'1,9%). Poco meglio per le aree gioco esterne al locale (13%), e in questo caso la media più alta è quella dei ristoranti del Nord Ovest (20,8%). Inoltre poco più di un ristorante su quattro (26%) è in possesso di bagni attrezzati per il cambio dei neonati e se c'é il fasciatoio le salviette detergenti sono una chimera.

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