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MALTEMPO - LA COLDIRETTI: "NEI CAMPI CHICCHI DI GRANDINE GRANDI COME NOCI"

Nubifragi e grandinate con chicchi grandi come noci delle dimensioni fino a tre centimetri di diametro hanno accompagnato i forti temporali del centro nord causando a macchia di leopardo gravi danni alle coltivazioni agricole. Lo afferma la Coldiretti in riferimento agli effetti dell’ondata di maltempo dell’ultimo weekend di agosto che oltre ad ostacolare il controesodo dei vacanzieri ha reso più pesante il bilancio di un miliardo di euro di danni all’agricoltura causati dal mix esplosivo di maltempo e siccità, che ha caratterizzato l’estate 2006.
Gravi danni per la grandine - sottolinea la Coldiretti - si segnalano nella zona ovest della provincia mantovana e in quella di Bergamo dove i chicchi hanno colpito l'80 per cento dei vigneti, ed in particolare quelli del Moscato di Scanzo e del Valcalepio, che erano ormai prossimi alla vendemmia ma anche serre, capannoni e stalle. Sono in corso le verifiche dei danni anche in altre province della Lombardia, in Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio e Marche dove il maltempo si è manifestato in modo particolarmente intenso.
La caduta violenta della pioggia con temporali violenti e di breve durata che fa seguito ad un lungo periodo di siccità è il risultato - continua la Coldiretti - dei cambiamenti climatici in corso che nelle campagne italiane si manifestano con una più elevata frequenza degli eventi estremi.
Una situazione che - sottolinea la Coldiretti - determina un sensibile aumento dei rischi erosivi che devono essere considerati non solo come una perdita di terreno, ma anche una delle cause principali di degradazione della fertilità del suolo in quanto determinano una riduzione dell'infiltrazione, della capacità di immagazzinamento dell'acqua ed una perdita di elementi nutritivi che si traduce in un habitat meno favorevole alla crescita delle piante ed alla sostenibilità delle attività agricole nel tempo. Aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive sono alcuni degli aspetti più visibili del cambiamento.
Ma si registra anche - aggiunge la Coldiretti - un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo, la modifica del calendario migratorio degli uccelli, la comparsa nella fascia temperata di insetti propri di quella tropicale, che sono spesso portatori di dannose patologie. Si tratta di processi - sostiene la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Bisogna affrontare lo stato di emergenza, ma occorre anche pensare al futuro con un progetto strutturale di salvaguardia ambientale e sviluppo del territorio che offre grandi opportunità di crescita competitiva ai sistemi produttivi locali.

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