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TROPPI VELENI NEL NOSTRO CIBO QUOTIDIANO: UNA RICERCA DEL WWF, DURATA 10 ANNI, HA RILEVATO 119 SOSTANZE TOSSICHE IN LATTE, CARNE, PANE E PESCE

L’allarme riguarda tutti i Paesi europei: ogni giorno sulle nostre tavole finiscono, insieme al cibo, decine di sostanze chimiche diverse. Lo rivela una ricerca del Wwf durata 10 anni, che ha individuato in 27 campioni di alimenti di largo consumo - carne, latte, pesce, pane, succo d’arancia e olio d’oliva - ben 119 sostanze tossiche. Secondo il rapporto, quindi, la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il Ddt e i Pcb banditi da decenni) è l'alimentazione. La catena di contaminazione è un percorso complesso che i composti chimici compiono intorno al mondo dai produttori ai prodotti di consumo, dalla fauna selvatica fino agli esseri umani. Sono presenti nelle case, nei luoghi di lavoro e anche a tavola. Sono stati rintracciati inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell'olio d'oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il Ddt, nel pesce e nel burro, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce.
Con la collaborazione dell' Università di Siena sono state effettuati test su campioni di lasagna, acquistate nei supermercati di quattro città italiane e sono stati rintracciati più di 40 pesticidi, tra cui il Ddt. “I livelli di contaminanti rilevati negli alimenti analizzati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute (i consumatori non devono allarmarsi o evitare questi cibi), ma deve essere seriamente valutato l'effetto di un'esposizione cronica, anche a basse dosi - prosegue il Wwf - di un cocktail di contaminanti attraverso la dieta, soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini”.
“Neanche la dieta più salutare - commenta Michele Candotti, segretario generale Wwf Italia - ci mette al riparo dagli inquinanti chimici tossici. Per questo noi crediamo che le sostanze chimiche debbano essere sottoposte a una normativa più efficace. Siamo alla vigilia del voto su Reach, lo strumento dell'Ue per la regolamentazione delle sostanze chimiche”. Il Wwf chiede ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzione, siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze. È necessario, inoltre, che il consumatore sappia quali sostanze sono presenti nei prodotti di uso quotidiano.
Intanto arriva dalla Sardegna una buona notizia: i pesticidi utilizzati nelle campagne italiane ed europee non fanno più paura. La rassicurazione viene dal congresso internazionale 2006 "Pesticidi negli alimenti e nell'ambiente" in corso di svolgimento a Cagliari. La due giorni ha riunito ricercatori, operatori, produttori agricoli ed istituzioni pubbliche per un confronto sulla sicurezza alimentare ed ambientale.
"Ora vengono utilizzati solamente pesticidi ecocompatibili, ossia poco o nulla tossici e facilmente degradabili", afferma il Preside della Facoltà di Farmacia e Direttore del Centro di Tossicologia dell'ateneo cagliaritano, Paolo Cabras. "Negli anni i vecchi pesticidi sono stati eliminati e nel 2008 almeno i due terzi di essi non saranno più commerciabili".
La revisione dei prodotti chimici in sede comunitaria (nel 2003 sono stati eliminati 350 prodotti chimici) va di pari passo con la necessità di equiparazione dei limiti legali, che attualmente non sono uguali in tutte le nazioni. "Non bisogna confondere il limite stabilito dalla normativa con il dato tossicologico", sottolinea Cabras. "Solo il superamento di quest'ultimo, infatti, indica la dose che non ha nessun effetto tossico e superata la quale il prodotto è contaminato".
Di norma i limiti legali sono fissati molto al di sotto dei dati tossicologici ed i controlli a campione effettuati sono numerosi (oltre 40 mila l'anno). L'utilizzo di pesticidi chimici non è invece previsto nell'agricoltura biologica dove viene usato il piretro, una sostanza naturale, poco tossica e non persistente nell'ambiente, estratta da una margherita.

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