L’“ora del gusto” nelle scuole italiane e la “settimana dei vini” nelle mense universitarie. E poi, anziché le tradizionali gite scolastiche fra città d’arte e monumenti “mordi e fuggi”, la possibilità di realizzare dei veri e propri viaggi del gusto fra cantine e paradisi gastronomici della Penisola. Queste le idee emerse, e redatte in un documento nella prima “master class” italiana del vino e del cibo, oggi, a Montefalco, nella Settimana del Sagrantino (in programma fino al 24 settembre). L’obiettivo quello di educare i giovani al consumo, alla promozione, alla comunicazione del vino.
“Il primo “master class” in Italia, realizzato a Montefalco - sottolinea il coordinatore del progetto Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi Spa, ed esperto di enoturismo e nuove tendenze di consumo - ha l’ambizione di mettere le basi ad un progetto educativo di formazione sul gusto tra i giovani, che appare un obiettivo necessario e urgente per l’ulteriore promozione dell’enologia italiana nel mondo”.
Si tratta di una sorta di laboratorio “in progress” fra le esperienze e le prospettive: “che confronta - ha aggiunto Taiti - i saperi di alcuni sperimentati operatori del settore (produttori, giornalisti, esperti di marketing, sommelier ed enologi) e le attese di un piccolo gruppo di giovani laureati che si stanno avvicinando a lavorare nel turbolento scenario del mondo del vino”.
Nella “master class del vino” hanno redatto un documento di idee per promuovere una formazione dei giovani al gusto del vino e del cibo: tra i punti più importanti, l’ora del gusto nelle scuole, proposta da avanzare ai Ministeri delle Politiche Agricole e Alimentari e del Ministero della Pubblica istruzione, i viaggi del gusto, con una borsa delle proposte e dei pacchetti turistici per una nuova offerta per il turismo giovanile; realizzare una “settimana dei vini” nelle mense universitarie, con degustazioni, abbinamenti ed educational.
“L’ambizione di Montefalco - dice Valentino Valentini, sindaco di Montefalco, comune nel cuore dell’Umbria - è che una nuova generazione di attori del vino si incontri, per creare una rete di esperienze, di idee e di conoscenze, fra coloro che saranno i protagonisti del mondo vitivinicolo. Questa prima esperienza pilota sarà perfezionata e replicata in futuro. Montefalco sarà, insomma, una città-laboratorio del vino, qui si formano le professionalità del domani”.
Il particolare - E' "da ricordare" la vendemmia 2003 di Montefalco
E' un'annata considerata ottima per il Sagrantino di Montefalco quella 2003, l'ultima a entrare in commercio. La "certificazione" arriva da un giornalista di lungo corso, Daniel Thomases. L'annata 2003 è stata caratterizzata in tutta Italia da temperarure elevate accompagnate da una scarsa piovosità. Questi condizioni hanno prodotto in genere vini molto concentrati e maturi. La zona di Montefalco in particolare, pur presentando caratteri in linea con questa tipologia, ha conservato nei vini doti di maggiore freschezza grazie a due fattori. Il primo è costituito dall'epoca di maturazione del Sagrantino che, essendo un'uva particolarmente tardiva ha permesso di evitare le temperature più elevate del mese di agosto. Il secondo fattore é rappresentato dalla piovosità della microzona di Montefalco, mediamente più elevata rispetto alla maggior parte delle zone viticole dell'Italia centrale e che, anche nel 2003, si è mantenuta su livelli accettabili.
I dati - Così negli anni i numeri del Sagrantino
Il Sagrantino di Montefalco continua a crescere anche in termini di quantità. Nel 2008 sarà in commercio la vendemmia 2005 che per la prima volta permetterà, a fronte di 15.413 ettolitri, di superare un potenziale di 2 milioni di bottiglie. Appena otto anni fa (annata 1998) i cinque comuni della Docg producevano poco più di 500 mila bottiglie.
Negli ultimi tempi, dopo le attestazioni nelle guide e nei concorsi enologici (quasi esclusivamente della Caprai, che ha fatto da lancio a tutto il territorio di Montefalco, e di Colpetrone, azienda della Saiagricola copndotta da Guido Sodano), gli investimenti aziendali, i successi di cantine leader, i nuovi progetti del consorzio e degli enti locali, il Sagrantino ha trainato il territorio verso un modello di sviluppo incentrato sul legame vino-turismo. In cinque anni il vigneto iscritto a Docg è passato dai cento ettari scarsi (dati 2000) ai 552 attuali. Una crescita che per il momento sembra non fermarsi, infatti tra il 2006 e il 2007 gli ettari in produzione saranno oltre 600.
Il Sagrantino, con la sua tipicità e lo stretto legame con il territorio, è ormai nell'interesse di produttori e investitori esterni. Dieci anni fa le etichette di Sagrantino di Montefalco erano appena sette-otto, oggi sono circa 40; e negli ultimi tre anni sono state rinnovate, ammodernate o costruite ex novo circa 30 cantine. Complessivamente il giro d'affari generato dai vini di Montefalco, Doc e Docg, è di oltre 25 milioni di euro, oltre all'indotto. La quota export del Sagrantino secco è pari al 30%; i mercati esteri più importanti sono Germania, Svizzera e Stati Uniti. Il prezzo medio in cantina del Sagrantino, secco e passito, è di 14 euro.
Negli ultimi cinque anni anche con le risorse del Piano di sviluppo regionale dell'Umbria-Psr 2000-'06, nei cinque comuni della Docg sono state realizzate nuove cantine nelle aziende e sono stati realizzati ampliamenti e ammodernamenti strutturali. Complessivamente tra il 1994 e il 2004 sono stati erogati contributi per ampliamenti, ristrutturazioni, costruzione di cantine per 22 milioni di euro, che corrispondono al 40% degli investimenti realizzati per 55 milioni.
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