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Le reazioni del mondo del vino italiano dopo il via libera dell'Unione Europea all'uso dei trucioli per l'invecchiamento del vino

Dopo il via libera dell’Unione europea all’uso dei trucioli di legno per l’invecchiamento del vino, sono arrivate le prime reazioni di esponenti della politica e delle associazioni di settore italiane.
Ermete Realacci, deputato dell’Ulivo e primo firmatario della mozione parlamentare contro l’invecchiamento artificiale del vino, approvata la scorsa settimana alla Camera, ha dichiarato: “L’Italia deve dire no e mettersi in prima fila contro il vino di Pinocchio. È un imbroglio intollerabile per i consumatori - ha aggiunto - e un danno gravissimo per i produttori seri e di tutti coloro che hanno a cuore la tutela delle produzioni enologiche italiane. Chiediamo, perciò, al Ministro De Castro e al Governo di prendere al più presto misure di tutela che tengano conto di quanto indicato dalle mozioni parlamentari approvate sul tema”.
Reazione meno negativa quella dell’associazione Città del Vino, che per bocca del presidente, Floriano Zambon, ha espresso moderata soddisfazione ma anche qualche preoccupazione: “Pur essendo soddisfatti per l’obbligo di darne menzione in etichetta siamo comunque contrari a una pratica enologica che, secondo alcuni esperti della materia, potrebbe indurre danni alla salute. Pensiamo tuttavia che il provvedimento rispetti il consumatore nel suo diritto di essere informato e le cantine che fanno qualità nel loro interesse a una concorrenza leale sul mercato”.
Duro il commento di Confagricoltura, che nel provvedimento non vede nessuna tutela né per i produttori né per i consumatori: “Purtroppo nulla è cambiato nelle disposizioni della Commissione che non ha ascoltato le istanze di modifica dei produttori italiani”. “Di fatto - continua - il nuovo Regolamento prevede solo il divieto di utilizzare le diciture riservate ai vini ottenuti con metodi 'tradizionali' e lascia la possibilità ai produttori che hanno fatto uso di trucioli di non fornire alcuna indicazione in etichetta all’acquirente”. E’ proprio su questo punto che Confagricoltura punta l’attenzione auspicando una maggiore trasparenza: “Bisogna essere estremamente rigorosi, evidenziando in etichetta dell’uso di questa pratica. E’ una questione di chiarezza verso i consumatori e di rispetto per chi utilizza tecniche vicine alla nostra cultura ed alla nostra tradizione vitivinicola”.
Dello stesso parere è la Coldiretti che ha affermato: “L’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino aggravata dalla mancanza di una informazione trasparente inganna i consumatori e danneggia i produttori che si impegnano nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno. Nel mercato globale occorre evitare che prevalgano regole del commercio fondate sulla mancanza di trasparenza nell'informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle tecniche utilizzate, all'origine e alle modalità di invecchiamento”.

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