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Salone del Gusto 2006 - Le grandi aziende e i piccoli produttori si incontrano per un nuovo modello di commercio. E per conoscere nuovi mercati

Coniugare la piccola produzione di qualità degli artigiani con le sinergie commerciali delle grandi aziende. È uno degli obiettivi raggiunti dal Salone del Gusto di Torino, che facendo incontrare i produttori ha aperto loro mercati prima inaccessibili. Si tratta di esempi virtuosi di eccellenze gastronomiche che dimostrano come la piccola produzione artigianale può diventare una vera fonte di guadagno per centinaia di aziende nel mondo. E questo anche grazie a Terra Madre, che rappresenta una fondamentale occasione di conoscenza e scambio tra due modi diversi di produrre e commerciare il cibo.
Per l’edizione 2006, partecipano al progetto Coop Italia, che guarda allo sviluppo della sua linea equo-solidale, e sulla stessa lunghezza d’onda la Ctm Altro Mercato, Consorzio di Botteghe nel Mondo interessato a prodotti biologici. Poi la piccola torrefazione Andrea Trinci, e sempre nel settore del caffè la Csc Italia (Associazione Caffè Speciali certificati) per trovare nuovi caffè da selezionare, che ha già avviato una collaborazione con la Fondazione Slow Food per le Biodiversità Onlus per creare un Presidio del caffè in Etiopia. Ma c’è anche la pasta di De Cecco, i formaggi della statunitense The Cheeseworks Ltd, i dolci del laboratorio torinese Guido Gobino, il riso di Risi & Co – Gli Aironi, la frutta secca e il cacao della svizzera Max Felchlin AG. Uno sguardo all’enogastronomia in generale lo rivolge Eataly, marchio che riunisce piccole aziende che operano in diversi settori, interessato ai prodotti dei Presidi italiani. Ma l’attenzione non è concentrata solo sul cibo: la Fratelli Piacenza Cashmere infatti partecipa all’evento, per trovare produttori di lane da razze autoctone appartenenti ai Presidi dell’associazione fondata da Petrini.

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