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IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO REGISTRATO COME MARCHIO A LIVELLO EUROPEO. UNA STRADA GIA’ INTRAPRESA DA TEMPO DAL BRUNELLO DI MONTALCINO PER DIFENDERSI DALLE IMITAZIONI

Ora il Vino Nobile di Montepulciano, una delle più prestigiose denominazioni toscane, diventa anche marchio a livello europeo: è stata infatti accolta la richiesta di registrazione della menzione “Vino Nobile” dall’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno, l’organo giudiziario europeo addetto alla registrazione dei marchi.
Dal 5 ottobre, quindi, il Vino Nobile di Montepulciano va ad accrescere la sua unicità in tutta Europa dato che la denominazione d’origine era stata registrata in passato. "La tutela del Vino Nobile - spiega Massimo Romeo, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano - non può prescindere dalla tutela della menzione tradizionale "Vino Nobile" intimamente legato alla denominazione principale; per questo il Consorzio si è impegnato in questi anni raggiungendo il risultato di oggi che non può che darci maggiore forza in campo internazionale".
Quella seguita dal Consorzio del Nobile è una strada già intrapresa da tempo da un’altra grande denominazione: il Brunello di Montalcino, uno dei vini italiani più famosi a livello internazionale si è registrato come “marchio d’impresa” in 60 Paesi del mondo, oltre all’Italia, e ha scelto la via del ricorso contro l’Unione Europea per difendere il suo “nome” dalle imitazioni.
Tutto è iniziato nel 2004, con la contestata decisione dell’Unione di rivedere il regolamento comunitario (753/02) che disciplina l’etichettatura dei vini, permettendo così ai produttori stranieri di usare dizioni quali Brunello, Vinsanto, Vino Nobile, Amarone, Morellino, per un totale di 17 menzioni. Per ovviare agli ostacoli europei e non perdere la tipicità della propria denominazione, il Consorzio del Brunello aveva deciso di registrare il nome del vino come marchio d’impresa, a sicura garanzia contro eventuali imitazioni.
Già dal 1993 il Brunello di Montalcino era stato depositato come marchio in 8 Paesi (Stati Uniti, Canada, Cile, Argentina, Sud Africa, Svizzera, Giappone e Australia), oggi sono stati aggiunti altri 60 Paesi - dalla Cina alla Russia, dall’India al Messico, dal Brasile alla Corea, da Singapore alla Nuova Zelanda - di cui 25 in sede comunitaria.

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