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Niente più nulla osta per le assunzioni di immigrati da Romania e Bulgaria. Secondo Coldiretti per l’agricoltura italiana, dove 1 lavoratore su 10 viene dall’est, ci sono nuove possibilità di sviluppo. Parere favorevole anche da Confagricoltura.

Novità in vista per l’agricoltura italiana dopo l’ingresso nell’Unione europea di Romania e Bulgaria. Con l’ingresso dei due paesi dell’Est cessa l’obbligo di preventivo nullaosta per l’assunzione e - sottolinea la Coldiretti - deve ritenersi vigente il diritto alla libera circolazione ai fini dell’ingresso per lavoro nel settore agricolo. Il superamento delle quote con la liberalizzazione degli ingressi dei lavoratori provenienti da questi paesi - continua la Coldiretti - è un momento storico che offre grandi opportunità di sviluppo per l’agricoltura italiana dove più di un lavoratore su dieci è immigrato, proveniente nella maggior parte dei casi proprio da questi Paesi, con in testa la Romania.
I Romeni sono insieme ai Polacchi i più numerosi tra gli stranieri occupati in agricoltura e con quasi 18mila presenze rappresentano ben il 14% del totale dei lavoratori stranieri impegnati nei campi italiani, contribuendo in modo strutturale e determinante all’economia del Paese.
Questo è quanto emerge dal XVI Rapporto Caritas/Migrantes (in collaborazione con la stessa Coldiretti) sull'immigrazione, con riferimento all’allargamento dell’Unione Europea a 27 stati dopo l’ingresso di Romania e Bulgaria, due Paesi a forte vocazione agricola. I dati sull’occupazione dimostrano la determinazione della parte più sana ed economicamente attiva dell’imprenditoria agricola a perseguire percorsi di trasparenza e qualità del lavoro adempiendo puntualmente agli obblighi burocratici ed economici, connessi ai rapporti di lavoro dipendente anche se permangono, purtroppo, inquietanti fenomeni malavitosi e di becero sfruttamento della manodopera, che gettano un’ombra pesante su un settore che ha invece scelto con decisione la strada della regolarità. Nelle campagne italiane per effetto dei cicli stagionali delle produzioni - conclude la Coldiretti - del totale dei 124.532 lavoratori immigrati presenti ben 84.384 (86 per cento) sono a tempo determinato mentre 17.540 (14 per cento) a tempo indeterminato.
Parere positivo sull’apertura immediata all’accesso l'accesso al mercato del lavoro agricolo per Rumeni e Bulgari da parte del Governo è stato espresso anche da Confagricoltura, l'organizzazione degli imprenditori agricoli. “Ora le aziende - rileva l'organizzazione - hanno la possibilità di poter disporre più facilmente e congruamente di manodopera dipendente da utilizzare per le attività lavorative”. Confagricoltura sottolinea in un nota che "la semplificazione delle modalità procedurali di assunzione sia sempre e comunque un fatto positivo che viene incontro ai reali interessi delle aziende alle prese con una burocrazia spesso eccessiva ed onerosa". Secondo la circolare ora chi vorrà assumere un lavoratore rumeno o bulgaro potrà farlo attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno, rivolgendosi allo sportello unico per l'immigrazione. I moduli sono disponibili su internet ai siti www.interno.it e www.welfare.gov.it.

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