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CLIMA - CALDO RECORD: TILT NATURA SCONVOLGE CICLI PRODUTTIVI. IL RACCOLTO DI ASPARAGI MADE IN ITALY ARRIVA IN TAVOLA CON MESI DI ANTICIPO

In Italia il caldo record e la mancanza di pioggia hanno mandato in tilt la natura con ortaggi come gli asparagi che maturano con mesi di anticipo e le api che vagano confuse negli alveari mentre sui prati e sulle piante sono comparsi fiori fuori stagione con il rischio concreto che si ripeta nelle campagne il disastro del 2006 quanto tra caldo, siccità e maltempo l'agricoltura ha subito danni per un miliardo di euro. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che il record del caldo a gennaio 2007 registrato a livello globale è confermato dall’Università di Modena anche a livello nazionale dove il clima insolitamente primaverile sconvolge i normali cicli riproduttivi di vegetali ed animali.

Se l’effetto più evidente è la fioritura precoce, nelle campagne italiane si sta anche verificando - sottolinea la Coldiretti - la maturazione anticipata e contemporanea di verdure e ortaggi normalmente indisponibili sul mercato in questo periodo. La situazione critica è aggravata dal fatto che - continua la Coldiretti - nel 2006 al Centro Nord si è registrato il record negativo delle precipitazioni dall'inizio del terzo millennio con le precipitazioni che si sono ridotte di un terzo (29 per cento in meno) sulla base delle rilevazioni della stazione meteo di Piacenza mentre a Roma sono quasi dimezzate (con un 46 per cento in meno). La mancanza di pioggia associata al caldo record ha mandato in tilt la natura con la fioritura anticipata che ha causato danni al settore floricolo soprattutto in Liguria dove mimose e ginestre sono fiorite anticipatamente senza attendere la scadenza tradizionale dell'8 marzo (Festa della Donna).
Nella pianura padana il grano è già alto 15-20 centimetri e si prevede un forte ridimensionamento delle rese perché a causa del caldo anomalo è cresciuto senza il normale germogliamento (accestimento) necessario per garantire un'adeguata produzione. Particolarmente gravi - continua la Coldiretti - sono le perdite commerciali determinate dal caldo alle verdure e agli ortaggi poiché il clima anomalo ne ha favorito la maturazione anticipata e contemporanea con un conseguente crollo dei listini a pochi centesimi per i produttori agricoli per finocchi, carciofi, radicchio, cavolfiori, carote e arance. Le alte temperature hanno “sballato” tutte le orticole di primo campo, come le cicorie e gli spinaci, e anche i prodotti tipici per le zuppe, come i cardi.

Si tratta di una situazione preoccupante aggravata dalla prospettiva concreta - precisa la Coldiretti - di una indisponibilità di adeguate quantità di acqua per le persone, l'energia e l'agricoltura. Una situazione critica che mette a rischio la competitività del Made in Italy che fonda buona parte del suo successo sul territorio e la buona cucina destinata a “subire” gli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano nel lungo periodo anche con uno spostamento di colture tipiche della dieta mediterranea: dal grano duro per la pasta al pomodoro per i sughi, dalle vigne all'olivo.

Si tratta di processi - continua la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Un impegno che va accompagnato - sostiene la Coldiretti - da una maggiore decisione nel raggiungimento degli obiettivi fissati per il nostro paese dal protocollo di Kyoto anche con lo sviluppo di alternative energetiche come i biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole, per ridurre l'impatto dei gas ad effetto serra dei combustibili fossili.

Potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell'allevamento e installando pannelli solari nella aziende agricole l'Italia - conclude la Coldiretti - potrebbe arrivare a coprire fino al 13 per cento del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate, con un contributo determinate per contrastare il cambiamento del clima.

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