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ANABIO: CORRE IL BIOLOGICO ... LE VENDITE VANNO A +19,72%

Il biologico “made in Italy” non arresta la corsa: nel periodo 2004-2006, i negozi specializzati hanno registrato un aumento delle vendite del 19,72%, mentre lo scorso anno le imprese di trasformazione e di distribuzione di prodotti “bio” hanno avuto una crescita dell’8,86% (nel 2005 era stata del 6,20%) del fatturato medio. A segnalarlo è Anabio, l’Associazione per l’agricoltura biologica della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, la quale ricorda che il settore, nonostante le difficoltà, continua la sua marcia, consolidando i risultati positivi.

Lo stesso andamento del commercio estero - afferma l’Anabio - conferma la crescita del biologico del nostro Paese. Dal 2004 ad oggi si ha un incremento delle esportazioni del 48,66% (con un più 111,56% verso la Germania e con un più 140,18% verso il Regno Unito). Verso i paesi extraeuropei la crescita è stata del 66,67%. Sono dati che, uniti all'aumento delle aziende che hanno scelto il metodo biologico (44.733 produttori, 4.537 imprese di trasformazione e 185 importatori), confermano la grande vitalità del settore il quale - rimarca l’Anabio - ha messo a segno le migliori performance nell'ambito dell'agroalimentare italiano.
Nel rilevare che solo nel canale distributivo dei super-iper mercati si è avuta una leggera controtendenza, l’Anabio ricorda che attualmente in Italia ci sono oltre 2.000 punti di vendita diretta gestiti dai produttori, più di 1.000 negozi specializzati, circa 200 mercati, un numero sempre più crescente di gruppi d’acquisto. A ribadire l’importanza che oggi assume il biologico italiano ci sono anche gli ultimi dati sul mercato internazionale del settore. Dati che vedono il nostro Paese, sottolinea l’Anabio, al quinto posto a livello mondiale (dietro Austria, Argentina, Cina e Stati Uniti), al primo in Europa e al terzo per l’aumento di superficie coltivata a “bio” registrato nell’ultimo anno (ci precedono solo Usa e Argentina).

L’Anabio ricorda, inoltre, che siamo quarti per incidenza della superficie biologica (8%) sul totale e secondo per numero di imprese. Siamo, comunque, primi produttori “bio” al mondo di cereali, agrumi, uva e olive.

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