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BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: L’OLIO SICILIANO SBARCA IN INGHILTERRA

Fatica, passione e … . Chissà se padre Salvatore Lo Bue può contare anche su un aiuto dall’alto. Di certo l’olio prodotto dai ragazzi della sua comunità per il recupero dei tossicodipendenti è buono. Tanto buono da sbarcare in Inghilterra. Un successo che arriva dopo sei anni di lavoro nei terreni strappati alla mafia a Castelvetrano, in provincia di Trapani. L’appuntamento a Londra è fissato per la prossima settimana, dove l’olio di padre Lo Bue sarà esposto in uno stand all’interno di una importante mostra mercato di prodotti agroalimentari.
“Ho fondato - racconta padre Lo Bue - più di vent’anni fa una comunità di recupero per tossicodipendenti, e da allora è cominciata l’avventura. Prima a Bagheria e poi a Castelvetrano ci sono stati affidati i terreni che appartenevano a capimafia come Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro, e abbiamo prodotto il primo extravergine, che ha preso il nome di Libera. Le bottiglie - prosegue - non sono il segno di una vittoria, ma di una battaglia che continua. Ogni giorno, infatti, dobbiamo lottare contro ostilità e disinteresse”.
Nei terreni sequestrati ai boss mafiosi - precisa padre lo Bue - lavorano dieci ragazzi e quattro contadini. Grazie ai fondi stanziati negli ultimi anni è stato anche costruito un frantoio. “Sino ad oggi abbiamo piantato oltre cinque mila alberi di ulivo. Quest’anno saranno prodotte 25.000 bottiglie che si potranno acquistare nelle Coop e nelle botteghe del commercio equo solidale. Il ricavato servirà per pagare i ragazzi ed estinguere qualche debito. Adesso siamo pronti a lanciarci nel mercato londinese”.
“Per i nostri ragazzi - conclude padre Lo Bue - è già un successo. Sono diventati protagonisti, e non solo della loro vita. E’ il segno della Sicilia che cambia”. “A padre Lo Bue e ai suoi ragazzi dobbiamo riconoscere il doppio merito - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - di avere portato avanti, con gesti concreti, la battaglia per la legalità e di essere riuscito a produrre un olio di qualità. Una qualità che va tutelata e incrementata. Ecco perché la Regione ha deciso di dare vita all’Istituto regionale dell’Olivo e dell’Olio”.

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