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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, DE CASTRO: “ARRIVANO STRUMENTI PER PENETRARE MEGLIO NEI MERCATI DEL MONDO”

Non Solo Vino
Il Ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro

“Rilanciare il vino e il cibo italiano nel mondo, insieme all’Italian Style e alle altre eccellenze, dalla moda all’arredamento, con gli strumenti mirati programmati dalla Finanziaria per rendere il settore ancora più forte all’estero, tenendo conto che il mercato interno non cresce più a ritmi adeguati. È la linea guida del piano proposto dal Ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro nel “tavolo per l’internazionalizzazione del made in Italy”, convocato ieri a Roma con il Ministro del Commercio con l’Estero, Emma Bonino.
Nell’occasione sono state individuate strategie mirate per incentivare i già eccellenti risultati del cibo e del vino italiano che, nel 2006, hanno fatturato 22 miliardi di euro (+ 10%). Con la Finanziaria, infatti, sono stati programmati una serie di interventi che hanno il loro punto di forza nel credito d’imposta per l’internazionalizzazione delle imprese.
“Si tratta di un’importante innovazione - afferma Paolo De Castro, oggi a “Il Sole 24 Ore” - che presto sarà resa operativa con il decreto che stiamo mettendo a punto con il Ministero delle Finanze”.
Sono previsti, tra le altre cose, il rilancio di Buonitalia, la promozione del “sistema fiere”, ma anche joint-venture tra gruppi della distribuzione nazionale e imprese, come hanno fatto Crai in Cina o Conad, che raccoglierà un centinaio di aziende.
La grande attenzione del settore agricolo è rivolta verso i Paesi dell’Est, come la Romania, in cui l’Italia è il paese che ha investito di più, con oltre 300.000 ettari acquistati, come ha ricordato lo stesso De Castro.

L’intervento - Il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro
“Il mercato interno non cresce più con i volumi di un tempo; l’estero è sempre di più essenziale per le nostre imprese”

“Il settore vitivinicolo italiano ed europeo, in questo momento, ci vede impegnati in una delicata riforma della organizzazione comune di mercato del vino, un prodotto che sta accrescendo sempre di più il suo ruolo. E questo congresso degli enologi (tenuto dal 27 al 30 aprile, ndr) ci sta aiutando a individuare le linee direttrici della importante riforma europea, che vede l’Italia, insieme a Spagna e Francia, in prima linea per cercare di correggere o quanto meno di portare un valido contributo, ad un dibattito che non si preannuncia facile.
Una riforma che metterà in gioco la nostra capacità competitiva e che vorremmo che desse alle nostre imprese vitivinicole più forza per conquistare sempre più ampie fette di mercato.
Stiamo parlando di un settore estremamente attivo, di determinante importanza per il nostro Paese, visto che gli ultimi dati 2006 ci vedono con oltre 3 miliardi e 200 milioni di export e pertanto in una situazione positiva, anche se i problemi non mancano. Abbiamo registrato un successo importante dal punto di vista della crescita dei volumi di esportazione, ma abbiamo certamente una concorrenza sempre più agguerrita che ci viene dall’Australia, dal Sudafrica, dal Cile. Per questo abbiamo bisogno di crescere di più sui mercati esteri in modo da battere questa concorrenza. Per poterlo fare ci aspettiamo da questa riforma Ocm strumenti nuovi, più attenzione sulla promozione, più aiuti alle nostre imprese, tutto questo attraverso un insieme di misure che ci possano aiutare a essere competitivi.
Sappiamo bene che il mercato interno non cresce più con i volumi di un tempo e che pertanto l’estero diventa sempre di più essenziale per la vitalità delle nostre imprese. Per crescere, però, vorremmo avere anche la sensazione che l’Unione Europea non guardi a questa riforma Ocm solo con le estirpazioni, ma vogliamo avere più strumenti per crescere e per questo è importante che al dibattito partecipino tutti.
Con questa finalità ho voluto gli Stati generali del vino, proprio per mettere insieme le categorie, per cercare di dare un contributo ma anche per far capire all’opinione pubblica quanto è importante questo settore, fatto principalmente di piccole e medie imprese, che hanno bisogno di essere aiutate dalle istituzioni, ma anche di imprese che scommettano sulla qualità e sulla grande valenza di questo comparto che, a vent’anni da quel drammatico scandalo del metanolo, sta vivendo un periodo da qualcuno definito “un nuovo rinascimento del vino”.
Ma ancora di più dobbiamo fare, ancora di più dobbiamo lavorare perché accanto alla qualità ci sia una capacità organizzativa forte, una capacità di penetrare nei mercati, di vincere la concorrenza e di riuscire con il giusto rapporto prezzo/qualità, di diventare competitivi, come in molti Paesi già lo siamo, nonostante l’aggressività dei nuovi concorrenti.
È evidente che abbiamo tutti bisogno di tutti per fare un gioco di squadra; ed in questo contesto che chiedo agli enologi di darci una mano dato che voi siete i tecnici che più di ogni altro hanno contribuito al rinascimento della vitivinicoltura italiana”.
Paolo De Castro - Ministro delle Politiche Agricole

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