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INDEBITI PREMI UNIONE EUROPEA: LA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE DANNO ERARIO 60 MILIONI DI EURO

Un danno erariale di 60 milioni di euro, per indebiti finanziamenti dell’Unioner Europea all’agricoltura elargiti ad imprenditori toscani, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Arezzo, città da dove è partita l'operazione, denominata “Demetra”, che ha poi interessato tutta la regione. Cinquantanove funzionari di Province e di Comunità Montane toscane sono stati segnalati alla Corte dei Conti per il danno erariale: su 4.000 istanze presentate per ottenere i finanziamenti, per importi tra i 20.000 e i 25.000 euro a premio, 2.600 poi ammesse, non ne avrebbero avuto diritto.

L'operazione è stata coordinata dalla procura regionale della Corte dei Conti della Toscana e si è avvalsa del contributo dell’Agenzia generale per le erogazioni in agricoltura del Ministero per le Politiche Agricole.

“L’obiettivo - hanno spiegato le Fiamme Gialle - era verificare il corretto utilizzo delle somme stanziate dall’Unione Europea per aiutare i giovani che iniziavano una attività agricola”.

I finanziamenti in questione sono quelli previsti dal regolamento europeo 1257/99, con premi cofinanziati al 50% dall’Unione Europea, al 35% dallo Stato e, per il rimanente, dalla Regione Toscana. I premi sono destinati imprenditori che avviano un’attività agricola in data successiva alla pubblicazione del bando. Dalla documentazione raccolta, però, dalla Gdf, sarebbe risultato che oltre la metà dei richiedenti non avrebbe avuto i requisiti per ottenere i finanziamenti, in particolare sarebbero risultati imprenditori già attivi nel settore agricolo da anni. Sette dei destinatari dei finanziamenti sono stati anche denunciati per truffa aggravata: avrebbero interrotto l’attività prima dei quattro anni previsti dal bando, non restituendo il premio.

Gli accertamenti sono stati condotti dalla compagnia della Gdf di Arezzo, guidata dal capitano Francesco Salvo, che è partita da Arezzo, monitorando 400 domande: per 270 sono state rilevate irregolarità.
Informata la Procura regionale della Corte dei Conti, ha spiegato il comandante delle fiamme gialle della Toscana, generale Giorgio Toschi, nel corso di una conferenza stampa, “abbiamo deciso di estendere gli accertamenti presso tutte le Province e 11 Comunità montane toscane”, cioé negli enti locali a cui spettava il vaglio delle domande.

Le aree dove sono state riscontrate le maggiori irregolarità sono state, oltre a Arezzo, Grosseto, Siena, Pistoia e Pisa. Tra gli imprenditori che non avrebbero avuto i requisiti, secondo quanto emerso, ci sarebbero anche titolari di grandi aziende.

“Ruolo chiave per l’ammissione delle imprese al premio Ue - ha spiegato il colonnello Umberto Di Nuzzo, comandante della Gdf di Arezzo - è stato quello rivestito dai funzionari pubblici che non hanno controllato come avrebbero dovuto le domande di ammissione”. Al premio, come stabilito dalla delibera regionale 666/2000 che recepiva il regolamento Ue, erano ammesse solo aziende con inizio attività successivo alla pubblicazione del bando e il cui titolare avesse meno di 40 anni.

Il procuratore regionale presso la Corte dei Conti, Claudio Galtieri ha ricordato come “l’attività della magistratura contabile italiana si svolga in stretto collegamento con l’ufficio comunitario antifrode Olaf, con cui è stato sottoscritto un protocollo d’intesa”.

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