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PREZZI: RINCARI PASTA NON GIUSTIFICATI, PIU’ GRANO IN UE. LO AFFERMA LA COLDIRETTI

Non ci sono concrete motivazioni per gli aumenti sensibili di prezzo fino al 10% annunciati per settembre da pastai e panificatori a seguito di una presunta minore disponibilità di grano duro il cui raccolto si prevede invece in aumento per effetto dell’ampliamento della superficie coltivata e dell’incremento delle rese del 13,5% nell’Unione Europea, sulla media dei cinque anni precedenti. Lo afferma la Coldiretti sulla base delle stime della Commissione Europea sulle rese delle principali colture nell’Unione Europea.

Nel momento in cui il prezzo del grano dopo anni di continui cali comincia ad avere un andamento appena sufficiente si ripetono - sottolinea la Coldiretti - ingiustificati allarmi a fini esclusivamente speculativi: dal pane alla pasta fino addirittura ai dolci. Ma giustificazioni per eventuali aumenti non trovano fondamento negli andamenti di mercato con il costo del grano che è adesso lo stesso degli anni Ottanta.

Peraltro - precisa la Coldiretti - per ogni euro speso in pasta non più di 8 centesimi servono per pagare il grano prodotto dagli agricoltori con valori che scendono ulteriormente se si tratta di pasta fresca, a conferma di come sia strumentale imputare ai prodotti agricoli la responsabilità di aumenti così rilevanti al consumo. Vale la pena ricordare che con un chilo di grano dal prezzo di 20 centesimi al chilo si riesce a produrre con la trasformazione in farina e con l’aggiunta di acqua, un chilo di pane che viene venduto ai cittadini a valori variabili da 2,5 euro al chilo per il pane comune a 5 euro e oltre per i pani più elaborati, con valori ancora molto più alti per i dolci.

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