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COLDIRETTI - SU OGM ALLEANZA ITALIA-FRANCIA, LEADER UE QUALITA’ A TAVOLA … DA “CHEESE 2007”, SLOW FOOD & COOP & COLDIRETTI & CIA: “L’IMPORTANZA DI UNA FILIERA LIBERA DA OGM”

L’Italia deve cogliere l’occasione per costruire con la Francia un’alleanza tra due paesi leader nell’agricoltura e nella qualità alimentare in Europa che la Commissione Europea non potrà ignorare. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la notizia che il Governo francese intende bloccare le coltivazioni transgeniche nel 2008, con una legge che controllerà in maniera più rigorosa gli Ogm, secondo quanto riferito dal quotidiano francese “Le Monde”.
Una decisione in sintonia con l’interesse dei consumatori poiché secondo un recente sondaggio Eurobarometro - sottolinea la Coldiretti - il 62% dei cittadini europei è preoccupato della presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) negli alimenti. Italia e Francia sono rispettivamente il primo e il secondo Paese nell’Unione per prodotti tipici con rispettivamente 163 e 155 prodotti alimentari a denominazione di origine (Dop/Igp) tutelati dall’Unione Europea.
La scelta della Francia - sostiene la Coldiretti - conferma la lungimiranza della nostra battaglia che ha portato oltre 2.360 comuni in Italia a dichiarare il proprio territorio libero da Ogm, ma anche a consolidare una solida alleanza nella Coalizione “ItaliaEuropa - Liberi da Ogm”, tra 28 organizzazioni dell’agricoltura, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale.
Una coalizione che - precisa la Coldiretti - sta organizzando la consultazione nazionale per invitare i cittadini italiani a pronunciarsi sulla diffusione del transgenico nei campi. La crescente opposizione al biotech nel piatto - sostiene la Coldiretti - non è il frutto di una scelta ideologica, ma economica a tutela dell’impresa. Il vero obiettivo è quello di valorizzare le produzioni legate al territorio e di difenderle dalla omologazione e dalla delocalizzazione. Tre italiani su quattro (74 per cento) che esprimono la propria opinione sono convinti che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute secondo l’indagine Coldiretti Ispo sulle abitudini alimentari. Mentre all’estero - conclude la Coldiretti - danneggerebbe l’immagine complessiva del “made in Italy” alimentare e causerebbe danni economici irrimediabili con oltre la metà degli stranieri (55%) che eviterebbe gli alimenti interessati e con addirittura il 15% che rifiuterebbe tutti i cibi nazionali, sulla base dei risultati della ricerca Inran sull’impatto degli Ogm sui consumatori esteri di alimenti “made in Italy”.

Focus - L’importanza di una filiera libera da ogm ...
Coalizione che oggi conta 28 organizzazioni, di cui fanno parte complessivamente 10 milioni di associati. La raccolta di firme contro gli organismi geneticamente modificati, promossa in diversi punti di raccolta a “Cheese 2007” (Bra, 21/24 settembre), è, per il presidente Fondazione Diritti Genetici, Mario Capanna, una sorta di grande referendum propositivo, un esempio di democrazia partecipata di cui l’Italia ha tanto bisogno. Da Bra, nel convegno “La filiera dei prodotti di origine animale: quali garanzie e quali disponibilità di mangimi liberi da ogm”, dove hanno partecipato anche Giorgio Ferrero, presidente Coldiretti Piemonte, Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia, Giuseppe Politi, presidente Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), Pascale Loget, vice presidente del Consiglio Regionale della Bretagna, Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia, Cinzia Scaffidi, Direttore Centro Studi Slow Food.
Pascale Loget, invitando tutti alla conferenza del Comitato delle Regioni e della rete delle 42 regioni europee libere da Ogm, che si svolgerà a Bruxelles i prossimi 5 e 6 dicembre, ha sottolineato come la lotta contro le multinazionali sia impari, date le grandi risorse economiche che queste possono impiegare per il condizionamento di scienziati e media.
Il presidente di Coop Italia Vincenzo Tassinari ha ricordato la lunga battaglia della sua azienda contro gli ogm: “è dal 1998 che chiediamo ai nostri fornitori garanzie in merito al non utilizzo di materie prime derivanti da manipolazioni genetiche. Siamo la prima catena di grande distribuzione ad avere ben 265 prodotti a marchio con il certificato ogm free. Lo sviluppo dell’agroalimentare italiano - sostiene Tassinari -deve puntare sulla genuinità; il consumatore non ha vantaggi dall’introduzione di queste nuove tecnologie ed è fortemente preoccupato e minacciato nel suo diritto di scelta consapevole”.
Roberto Burdese ha invece puntato il suo intervento sul devastante impatto ambientale che deriva dalle colture ogm: “in Brasile, ad esempio, per far posto alle colture di soia transgenica, sono stati distrutti 70.000 chilometri quadrati di foresta amazzonica. Il glifosato utilizzato come diserbante sta inquinando i fiumi e, conseguentemente, l’oceano, distruggendo diverse forme di vita che arricchivano quei fondali. Centinaia di contadini hanno già avuto intossicazioni alimentari dovute ai residui di glifosato nella soia di cui si sono cibati. Due le soluzioni possibili: costruire nuove alleanze con i contadini di questi Paesi, il cui peso sociale e politico è schiacciato dalle connivenze tra governi e multinazionali, ma prima ancora cercare di ricostruire una filiera tutta italiana per quello che riguarda le proteine vegetali”.

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