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COLDIRETTI - IL 90% DEI PICCOLI COMUNI ITALIANI COPRE UN TERRITORIO INTERESSATO DA ALMENO UN PRODOTTO ALIMENTARE A DENOMINAZIONE DI ORIGINE

Il 90% dei piccoli comuni italiani copre un territorio interessato da almeno un prodotto alimentare a denominazione di origine. Lo afferma la Coldiretti nella VII Conferenza Nazionale Anci dedicata ai piccoli comuni, iniziata oggi sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, nel sottolineare che ben tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60% dei piccoli comuni si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i 38 oli italiani a denominazione di origine.

Si tratta - precisa la Coldiretti - di un patrimonio conservato grazie al lavoro delle 400.000 imprese agricole, localizzate nei piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti, con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tipicità alimentari.

Una vera calamita per la vacanza enogastronomica e ambientale che è l’unico segmento nel panorama dell’offerta turistica italiana in costante e continua crescita con un fatturato stimabile nel 2006 - sostiene la Coldiretti - in 5 miliardi di euro. E grazie alla legge sul “Sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni” che consentirà ai piccoli comuni di indicare nella cartellonistica stradale ufficiale i rispettivi prodotti agroalimentari tradizionali, gli oltre 4 milioni di enogastroturisti che girano per il Belpaese potranno individuare più facilmente le mete privilegiate dove consumare i 4372 prodotti tradizionali nazionali censiti dalle regioni come Campofilone (luogo di produzione dei maccheroncini), Onano (luogo di produzione della lenticchia), Sperlonga (luogo di produzione del sedano), Lamon (Luogo di produzione dei fagioli), Faeto (Luogo di produzione del prosciutto) e molti altri censiti nella rassegna nazionale. La ricchezza di prodotti alimentari, la minor densità di popolazione, l’ambiente più sano e in generale la qualità della vita sono le ragioni che spingono il 54% degli italiani a sognare di vivere in un piccolo comune secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it.

La tendenza rilevata dal sondaggio è confermata dalla realtà dove, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat, si inverte la tendenza e la migrazione si sposta dalla città alla campagna con la popolazione che cresce nei piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti e diminuisce nelle 12 grandi “metropoli” italiane con più di duecentocinquantamila residenti.

Nei piccoli comuni, con meno di 5.000 abitanti, la popolazione residente all’inizio del 2006 è pari - rileva la Coldiretti - a quasi 10,43 milioni con una crescita in un anno di 37.602 unità (+0,4 percento) mentre nei 12 grandi centri con più di 250.000 abitanti la popolazione risulta in calo di 4.872 unità per un valore complessivo di 8,93 milioni.

I Comuni con meno di 5.000 abitanti sono, dunque, di un valore aggiunto per il Paese che - conclude la Coldiretti - occorre valorizzare recuperando i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole, per valorizzare una straordinaria risorsa, che può diventare la forza sociale ed economica di una nuova fase di sviluppo.

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