02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

ARRIVANO I “BASTARDONI” … I FICHI D’INDIA COLTIVATI SOPRATTUTTO IN SICILIA, SOTTO LE SPINE E LA BUCCIA NASCONDONO TANTE SOSTANZE BENEFICHE PER L’ORGANISMO. A GIORNI LA RACCOLTA

Il loro aspetto esteriore e il loro nome non sono accattivanti: i Bastardoni, una particolare varietà di fichi d’India, sono ricoperti di spine che ne rendono ostica la diffusione e il consumo. Ma dentro nascondo un vero, dolcissimo tesoro dal punto di vista nutritivo: sali minerali, vitamine, e amminoacidi che fanno bene praticamente a tutto.
Il Bastardone, di cui in questi giorni in Sicilia inizia la raccolta, è un vero e proprio tonico, ottimo alleato naturali contro fatica e stress, aiuta a rigenerare le cellule ed è efficace per i problemi legati all’attenzione e alla mancanza di concentrazione, nei casi di iper-eccittabilità nervosa, di insonnia e di depressione. Previene i tremolii incontrollati e il rilassamento muscolare nelle persone anziane o deboli, aumenta le difese dell’organismo, agisce sulla pelle, facilitando la scomparsa di eruzioni cutanee e verruche, facilita la ricrescita dei capelli e delle unghie, agisce favorevolmente sulla digestione ed è un equilibratore psichico che agisce in modo benefico sull’umore. Aiuta addirittura ad affrontare i cambi di stagione grazie al calcio, al ferro e ad altre vitamine dalle proprietà antiossidanti, come la vitamina A (sotto forma di betacarotene) e la vitamina C. Il frutto è utilizzato anche come pianta medicinale (i decotti dei fiori svolgono una funzione diuretica).
Ma come dicevamo, nonostante questo concentrato di qualità, le spine che lo rendono poco pratico al consumo e una scarsa attenzione ai benefici che può dare ne hanno frenato la diffusione, tanto che questo frutto non ha mercato fuori dal territorio in cui viene coltivato.
C’è, tuttavia, chi tenta di valorizzare questa dolce coltura, come Michele Fisicaro, che a Lentini (Siracusa), coltiva i Bastardoni, e li vende direttamente anche a distanza (michelefisicaro@tiscali.it), proprio per superare il limite della località del mercato di questi frutti. Tolte dunque le spine e la distanza, non resta che godere di questa dolce e sana bontà.

Il ritratto - Arrivano i Bastardoni ...
Le origini
Il Fico d’India è originario delle Americhe, appartiene al genere Opunzia (famiglia delle cactacee). È probabile che siano stati i Saraceni ad introdurre questa straordinaria pianta in Sicilia, nell’827, al tempo dello sbarco di Mazara.
Il Fico d’India ha trovato qui, e in particolare nelle zone dell’Etna (divenendone una delle piante simbolo), un clima ideale che ne favorisce la crescita, divenendo oggetto di coltura specializzata.
Costituzione dei frutti
Acqua 56/58%, Zuccheri 18/20%, Protidi 4/6%, Sali di calcio-potassio, magnesio 8/10%, Vitamina “C” 4.88mg/899ml, Fibre vegetali 7,2%
Analisi cromatografiche
Zuccheri: Glucosio, Fruttosio, Saccarosio
Acidi Organici: Acido citrico, Acido malico, Acido ossalico
Amminoacidi: Acido aspartico, Acido glutammico, Alanina, Asparagina, Leucina, Lisina, Prolina, Serina, Treonina, Valina, Triptofano.
La raccolta
I frutti di varietà Bastardone iniziano la maturazione a metà ottobre, e vengono raccolti a più riprese con il caratteristico “coppo” (bastone alla cui estremità si trova un oggetto vuoto a forma di tronco di cono, dentro il quale si introduce il Fico d’India, che, con un semplice movimento rotatorio, viene distaccato dalla pala). Si vendono così come si raccolgono, sono una bacca uniloculare, carnosa e polispermica. Dopo la raccolta, i frutti possono essere conservati in frigo a 6 °C per 2-3 mesi, vengono anche usati per produrre marmellate, bevande, sciroppi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli