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BIODOMENICA 2007 - CONSUMI IN CONTROTENDENZA, A TAVOLA E’ BOOM PER IL BIOLOGICO (+ 9%). IL BIOLOGICO A KM ZERO INCONTRA I CONSUMATORI IN PIAZZA

Con un aumento record del 9% è boom per il biologico a tavola, in controtendenza con gli acquisti alimentari che sotto la pressione del caro prezzi sono stagnanti con una crescita pari allo zero. La notizia viene da Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Coldiretti e Legambiente sulla base dei dati Ismea - Ac Nielsen relativi agli acquisti domestici del primo semestre 2007, nella Biodomenica, la festa del biologico che il 7 ottobre, ha portato migliaia di produttori a incontrare i consumatori interessati all’alimentazione naturale in oltre 50 piazze in tutta Italia, da Bari a Firenze, da Genova a Cagliari, fino a Roma.
Un risultato che evidenzia il forte legame di affezione che lega un importante segmento di consumatori ai prodotti biologici, che sono nella busta della spesa di oltre la metà degli italiani (53,1%) anche se solo una minoranza del 2,3% li acquista in modo esclusivo, secondo la ricerca Observa - Science in Society.
Il settore dei prodotti biologici in Italia - sottolineano Aiab, Coldiretti e Legambiente - ha raggiunto un fatturato complessivo stimato in 2,5 miliardi di euro e le categorie che registrano i maggiori livelli di spesa sono, nell’ordine, i prodotti lattiero-caseari, gli ortofrutticoli freschi e trasformati e biscotti, dolciumi e snack, ma a crescere con valori record nel 2007 sono soprattutto i prodotti biologici per l'infanzia (+ 47%) e riso e pasta (+16%).
La “Biodomenica” è stata l’occasione per fare da vetrina ad un settore che negli ultimi anni continua a crescere senza sosta anche nella produzione: dal 2005 al 2006, l’agricoltura “naturale” ha fatto registrare un aumento delle superfici del 7,5% e del 2,4% degli operatori dedicati al settore; con oltre 1 milione di ettari e 50.000 aziende biologiche (45.000 aziende agricole e 5.000 aziende di trasformazione e commercializzazione), l’Italia è leader in Europa per numero di aziende e per superfici coltivate senza ricorrere a sostanze chimiche di sintesi. Il nostro si conferma il primo paese produttore di biologico in Europa e terzo al mondo dopo Australia e Argentina.
Quest’anno, inoltre, la Biodomenica (www.biodomenica.it) si è tenuta dopo che è stata ammessa la contaminazione con organismi geneticamente modificati degli alimenti biologici in percentuale dello 0,9% senza indicazioni in etichetta, da parte del Consiglio dei Ministri agricoli dell’Unione Europea nel giugno 2007; una decisione che se in vigore influenzerebbe notevolmente il comportamento del 91,3% dei consumatori che dichiarano di acquistare prodotti biologici proprio perché non contengono Ogm, facendo crollare il 60% del fatturato del settore secondo stime. Per impedire che questo avvenga la Biodomenica - riferiscono Aiab, Coldiretti e Legambiente - accende i riflettori sulla campagna nazionale “Liberi da Ogm” per dichiarare gli OGM incompatibili e inaccettabili per il modello agroalimentare italiano. In tutte le piazze i cittadini potranno “votare” affinché lo sviluppo agroalimentare dell’Italia rimanga mirato alla qualità della vita e della nostra salute, attento alla biodiversità, sicuro e rispettoso dell’ambiente e del clima e pertanto libero da Ogm.

L’Italia leader in Europa per numero di aziende e superfici
Con oltre 1 milione di ettari e 50.000 aziende biologiche (45.000 aziende agricole e 5.000 aziende di trasformazione e commercializzazione), l’Italia è leader in Europa per numero di aziende e per superfici coltivate senza ricorrere a sostanze chimiche di sintesi. Oltre un’impresa biologica europea su tre è italiana) e oltre un quinto della superficie del totale coltivato biologico a livello comunitario è in Italia.
L’Italia - sottolineano Aiab, Coldiretti e Legambiente - si conferma primo paese produttore biologico in Europa e terzo al mondo dopo Australia e Argentina. Gli ettari coltivati sono aumentati dell’11% negli ultimi due anni, mentre il numero di aziende presenti sul territorio nazionale è cresciuto del 22% (dati Bio Bank).
Le dimensioni medie delle aziende bio in Italia sono di 20 ettari, superiori alle dimensioni medie delle aziende agricole convenzionali. I principali orientamenti produttivi interessano foraggi, prati e pascoli, e cereali, che nel loro insieme rappresentano oltre il 70% della superficie ad agricoltura biologica. Seguono, in ordine di importanza, le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi, frutta) e le colture industriali. Il biologico nazionale alleva, senza mangimi Ogm, antibiotici e stimolatori della crescita oltre 200.000 bovini, 800.000 ovini-caprini, 30.000 suini, quasi 1milione di polli e galline, 70.000 alveari (dati Sinab 2005).
L’Italia detiene infine il primato mondiale per la produzione di cereali, olive e uva biologici.

Il biologico in cifre
Bioagriturismi, 839 (+ 9% sul 2004)
Aziende con vendita diretta, 1.324 (+ 12% sul 2004)
Gruppi d’acquisto, 288 (+ 97% sul 2004)
Mercatini bio, 193 (+11% sul 2004)
Mense scolastiche bio, 658 (+ 8% sul 2004)
Negozi specializzati, 1.094 (+ 6% sul 2004)
Ristoranti, 293 ( - 3% sul 2004)
Fonte: elaborazioni Aiab, Coldiretti e Legambiente su Tuttobio

I consumi di alimenti biologici
Il consumo di prodotti biologici, dopo una fase di avvio particolarmente ristretta e di nicchia, sta conquistando una quota sempre più consistente nella spesa alimentare nelle aree economiche più avanzate del mondo; all’inizio degli anni 2000 - riferiscono Aiab, Coldiretti e Legambiente - il mercato dell’Unione Europea e degli Usa era stimato in 15.000 milioni di euro; attualmente il principale mercato di prodotti biologici in Europa è la Germania, anche se il trend relativo agli ultimi 5 anni indica la Gran Bretagna come il mercato più dinamico, destinato a diventare il principale mercato di prodotti biologici; il nostro paese figura nella lista dei primi cinque paesi consumatori al mondo di prodotti bio, dietro Stati Uniti (in testa alla classifica), Germania, Regno Unito e Francia.

Ecco l’identikit dell’imprenditore biologico
L'imprenditore agricolo di biologico, secondo uno studio della Coldiretti, ha meno di 45 anni (66,6%), è soddisfatto della propria posizione professionale (70%), è donna (20,3%) ha una esperienza di soli 2-3 anni nella gestione agricola (46%) ed è per l’1% straniero.

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