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GUIDA RISTORANTI D’ITALIA DELL’ESPRESSO 2008: PIERANGELINI, VISSANI E ALAJMO AL TOP CON 19,5/20. TREDICI I “TRE CAPPELLI”. LA LOMBARDIA E’ LA REGIONE PIU’ PREMIATA, CRESCONO PIEMONTE E CAMPANIA. MA LA QUALITA’ COSTA SEMPRE DI PIU’

Fulvio Pierangelini del “Gambero rosso”, Gianfranco Vissani, e Massimilano Alajmo de “Le Calandre”. È questo l’attacco a tre punte della cucina italiana messo in campo dall’autorevole Guida Ristoranti d’Italia dell’Espresso, edizione 2008, presentata oggi a Firenze alla Stazione Leopolda, in collaborazione con Pitti Immagine.
Tredici i locali premiati con i prestigiosi 3 cappelli (con un punteggio che va da 18/20 in su) assegnati dalla guida diretta da Enzo Vizzari, disseminati per tutta la Penisola: “Gambero Rosso”, San Vincenzo (Li);”Vissani”, Baschi (Tr); “Le calandre”, Rubano (Pd); “Enoteca Pinchiorri”, Firenze; “Pergola Cavalieri Hilton”, Roma; “La Francescana”, Modena; “Dal Pescatore”, Canneto sull'Oglio (Mn); “Combal.Zero”, Rivoli (To); “Cracco”, Milano; “Miramonti l’Altro”, Concesio (Bs); “Perbellini”, Isola Rizza (Vr); “La Torre del Saracino”, Vico Equense (Na); “Duomo”, Ragusa. La Lombardia resta al vertice nella classifica delle regioni più premiate con 56 locali con almeno “un cappello”; seguono il Piemonte (36), la Campania (27), e ancora Toscana (24), Emilia Romagna e Lazio (20), Veneto (18), Liguria (13), Marche (10) e Sicilia (9).
Un’eccellenza però che costa sempre di più: diminuisce infatti il numero dei locali segnalati in cui si può mangiare bene a meno di 30 euro.
Nella guida, oltre a una breve storia della ristorazione italiana curata da Vizzari, anche la cartografia completa del Bel Paese a tavola.

Guida de L’Espresso - Tutti i premi speciali 2008
Domini Villae Lanata per il Pranzo dell’Anno: Combal. Zero di Rivoli Torinese (To);
Podere Forte per la Cantina dell’Anno: Enoteca Le Case di Macerata;
“A Casa” per il Maître dell’Anno: Davide Ostorero del Cracco di Milano;
Duca di Salaparuta per il Sommelier dell’Anno: Alessandro Giardiello del Villa Crespi di Orta San Giulio (No);
Cavit per il Giovane dell’Anno: Enrico Bartolini de Le Robinie di Montescano (Pv);
Firriato per la Novità dell’Anno: Relais Blu di Nerano-Massa Lubrense (Na);
Gianni Zonin Vineyards per la Performance dell’Anno: La Gallina - Hotel l’Ostelliere di Gavi (Al);
Havana Club per il Barman dell’Anno: Massimo D’Addezio dell’Hotel de Russie di Roma;
De Cecco per la Pasta dell’Anno: Colline Ciociare di Acuto (Fr);
Acquerello per il Risotto dell’Anno: Miramonti l’Altro di Concesio (Bs);
Rigoni Dolcedì per la Pasticceria dell’Anno: Hotel Villa del Quar - Arquade di San Pietro in Cariano (Vr);
Lavazza per il Caffè dell’Anno: Madonnina del Pescatore di Senigallia (An);
Guido Berlucchi per la Selezione di “bollicine”: La Pineta di Marina di Bibbona (Li);
Glenmorangie per la Selezione di Distillati: Stella d’Oro di Soragna (Pr);
Assobirra per i Ristoranti Amici della Birra: Quattro Mori di Calcinate del Pesce (Va), Symposium di Serrungarina (Pu), Tallioo di San Giorgio a Cremano (Na);
Santa Margherita per le Trattorie d’Italia: Mare Nostrum di Torino, Apricale da Delio di Apricale (Im), Osteria alla Chiesa da Gerry di Monfumo (Tv), Maschere di Sarsina (Fc), La Bottegaia di Pistoia, Mamma Angelina di Roma, Trattoria del Padreterno di Salerno, Antica Osteria Marconi di Potenza;
Le Vigne di Zamò per l’EnoTavola dell’Anno: Osteria dell’Orologio di Salò (Bs);
Grandi e Gabana per la Qualità del Made in Italy: Casa Vicina - Guido per Eataly di Torino;
Feudi di San Gregorio per il Relais dell’Anno: Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi (Na)
Uno speciale attestato è stato attribuito a sette ristoranti che sono presenti, ininterrottamente, nella Guida de L’Espresso fin dall’edizione 1979, con un punteggio d’eccellenza:
Antica Osteria del Ponte
Antica Osteria del Teatro
Da Vittorio
Enoteca Pinchiorri
Gualtiero Marchesi
La Frasca
San Domenico
A Gianfranco Vissani, il diploma “Vent’anni al vertice”, per la sua presenza ininterrotta con il massimo punteggio della guida dall’edizione 1989.

Il saluto in Guida - Il principe-editore Carlo Caracciolo scrive …
Grazie
Questo è un ringraziamento che devo a voi da trent’anni: a voi, meravigliosi cuochi che da trent’anni, da quando uscì la prima “Guida” dell’Espresso, mi avete viziato, stimolato, incuriosito, divertito e, in una parola magica, nutrito con la vostra inebriante capacità di inventare la buona tavola.
Quindi: grazie.
Le ho provate tutte, o quasi: personalmente, come molti di voi sanno. Perché, lo confesso, per uno che in questi trent’anni ha scelto di dedicare il proprio giorno di lavoro, appunto, al lavoro, riuscire a ritagliare una pausa di felicità (parola grossa? no...) in compagnia delle vostre scoperte è stato sempre un sollievo, e spesso un’estensione della propria capacità di allargare i confini dell’italia e della cultura degli italiani.
Grazie, cari cuochi. Perché, data la mia tendenza a trasmettere ad amici e conoscenti le gioie delle esperienze fatte con voi e segnalate dalle varie edizioni della “Guida”, mi sono guadagnato i ringraziamenti e la stima di quanti le hanno volute replicare. A partire da Umberto Federico d’Amato, primo ispiratore della collana, che mi aveva preceduto nell’intuire quale suggerimento di vita potesse essere intervallare il lavoro con il piacere del cibo. E come questo potesse essere tanto maggiore, dall’osteria al locale di lusso, quanto più equilibrato in alto fosse il rapporto tra qualità e prezzo.
Trent’anni di successi sono molti. Lo si vede facilmente dalle parole con cui Enzo Vizzari racconta la parabola delle “Guide” attraverso gli anni, e ce ne accorgiamo noi editori per la continua e crescente espansione della collana e dei suoi protagonisti. Ce ne accorgiamo, a volte, anche per il tono della occasionale lettera di insoddisfazione che un cliente ci fa avere: perché proprio in quel caso è sempre la lettera di un amico della “Guida” che si è sentito inaspettatamente tradito”, proprio in un’occasione che si riprometteva felice.
Vogliamo dire allora che la “Guida”, i suoi suggerimenti e i suoi protagonisti sono, forse senza rendersene pienamente conto, i gestori di momenti di semplice e genuina felicità?
Se siete d’accordo, penso che ai cuochi vada anche il ringraziamento di tutti i lettori.

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