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IL CASO - QUANDO LA CONTRAFFAZIONE ARRIVA IN FIERA ... ALLARME PER L’AUMENTO DEI FALSI ACETO BALSAMICO

Allarme per l'aceto balsamico di Modena: è comparso il termine “aceto balsamico” completamente svincolato dalla zona di produzione originaria di Modena e Reggio Emilia. E’ successo all’Anuga, la fiera dell’alimentazione più importante del mondo (a Colonia, a metà ottobre). Lo rendono noto il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena, il Comitato dei produttori indipendenti e Coldiretti Emilia-Romagna.

A Colonia sono comparse produzioni di aceto balsamico generico, dove il termine “aceto” viene sostituito con la traduzione inglese “vinegar” o quella spagnola “vinagre” abbinato a “balsamico”. In commercio, scrivono le tre organizzazioni, si trovano perciò “vinagre balsamico” e “vinagre balsamico de Rioja” dei gruppi spagnoli Interoliva-Internacional Olivarera e Vinagrerias de Haro, il “Greek Balsamic Vinegar-Balsamon” della società greca Papadimitriou, il “balsamic vinegar” della cilena Traverso Sa.

Commentano le organizzazioni: “tutto ciò avviene mentre in Italia si discute su un inaccettabile disciplinare per ottenere l’Igp predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole e pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” delle Comunità Europee che prevede l’uso di uve e mosti di soli sette vitigni provenienti da ogni parte del mondo, e la possibilità di imbottigliamento al di fuori della zona di produzione”.

Si tratta di un disciplinare che il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena, il Comitato dei produttori indipendenti e Coldiretti Emilia-Romagna, in rappresentanza del 70% dei produttori, non hanno firmato perché, sostengono “apre la strada alla contraffazione a livello mondiale, ignorando e calpestando una tradizione secolare che vede l'utilizzo di mosti locali ricavati da 79 vitigni diversi”. E’ per questo che le tre organizzazioni hanno fatto ricorso al Tar del Lazio.

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