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DAL 10 AL 12 NOVEMBRE, IL “CLUB DI PAPILLON” PROPONE, A MILANO, “GOLOSARIA” … IL GUSTO DA TUTTA ITALIA. TRE PROPOSTE PER L’ENOGASTRONOMIA: IL POSTO A TAVOLA, LA BOTTEGA DI QUARTIERE E L’IDENTITA’ DELLA CUCINA DI UN LUOGO

Torna sotto la Madonnina “Golosaria”, la rassegna di cultura e gusto organizzata dal Club di Papillon. L’evento, che nasce dal best seller Il Golosario (edizione n. 10) di Paolo Massobrio, è di scena dal 10 al 12 novembre. Una “tre giorni” dedicata al meglio dell’enogastronomia nazionale che si connota come un vero e proprio laboratorio di idee dove la qualità e il valore della tradizione italiana non potranno prescindere dalla creatività.
Largo, dunque, a salumi, formaggi rari, dolci, cioccolato, pasta, confetture, birre, sfiziosità provenienti dai 100 migliori artigiani del gusto d’Italia che con i loro prodotti animeranno le giornate milanesi del Club di Papillon (www.clubpapillon.it).
Ma “Golosaria”, che ha il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole, si collega naturalmente anche a “Milano Expo” 2015, con tre proposte (Paolo Massobrio è tra i membri del comitato scientifico che ha elaborato il dossier di candidatura, ndr): prima, il tema del posto a tavola, con una relazione del professor Francesco Alberoni (“il posto a tavola segna una civiltà e anche la sua destrutturazione appare come l’indice di un’involuzione nei paesi industrializzati”); seconda, la “Bottega di quartiere”, elemento di integrazione sociale; terza, l’identità della cucina di un luogo.
Ma a Milano ci saranno anche i premi ai “Top Hundred”, ovvero i 100 migliori vini d’Italia selezionati da Paolo Massobrio e Marco Gatti: “il premio - si legge in una nota stampa - non viene quasi mai conferito a cantine degli anni precedenti a testimonianza del fatto che la qualità del vino in Italia è un fattore diffuso, che merita di essere scoperto; quindi il riconoscimento ai 12 Figli della Vite e del Vino, quello ai protagonisti del Golosario, suddivisi in 17 categorie, e l’omaggio al maestro Gualtiero Marchesi, lo chef che più di altri ha portato un'innovazione rivoluzionaria nella cucina italiana”.

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