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ITALIANI IMPREPARATI A CUCINARE LA PASTA. LA TESEO RESEARCH: “IL 64% IGNORA L’IMPORTANZA DEL CONTENUTO PROTEICO”

Pasta, pizza e mandolino, vecchio stereotipo dell’italiano nel mondo, rischia oggi di andare in frantumi: secondo una recente inchiesta, “Gli italiani e la cultura della pasta”, realizzata da Teseo Research per l’Osservatorio Rummo, ben due italiani su tre (64%) non conoscono l’importanza del contenuto proteico della pasta e addirittura 3 su 10 non sanno cucinarla “a regola d’arte”.

Insomma, mangiare tutti i giorni un buon piatto di pastasciutta (47% del campione) non basta per metterci al riparo da una diffusa impreparazione, teorica e pratica, davanti ai fornelli. Sul fronte del cucinare, circa il 30% delle famiglie (13 milioni di persone) non rispetta alcune tra le regole d’oro della pasta: il 19% dei nostri connazionali usa una quantità insufficiente d’acqua, il 31% non mescola la pasta durante la cottura e infine un italiano su tre regola il sale solo a cottura avanzata.

Se la pratica è da esercitare, anche per la teoria sarebbe consigliabile un bel ripasso: i nostri connazionali sembrano infatti non andare oltre il risaputo, sostenendo che una pasta di qualità si riconosce dalla “resistenza al dente” (90%), dall’assenza di patina collosa dopo la cottura (89%), dalla resistenza alla rottura (89%), dalla capacità di trattenere il sugo (88%) e di mantenere la forma dopo la cottura (87%).

Solo un italiano su tre (36%) riconosce invece il valore e l’importanza di una pasta dalla percentuale maggiore di proteine, dalla capacità di mantenere l’acqua di cottura limpida (58%), dal suo colore dorato come il grano (50%) e dall’impasto lavorato lentamente (44%).

“Sorprende che proprio noi italiani, che abbiamo inventato la pasta e l’abbiamo esportata nel mondo - ha commentato Raimondo Cubadda, professore di Scienze e Tecnologie Alimentari e Presidente dell’Associazione Italiana di Scienze e Tecnologia dei Cereali - abbiamo delle difficoltà a riconoscere le basi della qualità del prodotto”.

Una sorpresa che potrebbe essere per tutti noi (per il 99,5%, gli italiani sono i migliori a cucinare la pasta e ne conoscono ogni segreto) una utile lezione di umiltà e una gustosa occasione di miglioramento.

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