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COLDIRETTI - MADE IN ITALY: LE RICHIESTE PER FERMARE IL LATTE ABUSIVO

“In Italia una considerevole produzione di latte si pone al di fuori dei circuiti ufficiali e non offre certezze in termini di sicurezza alimentare a danno dei consumatori, ma anche creando una condizione di forte disparità in termini di concorrenza nei confronti degli allevatori che operano nell’ambito della legalità”. Lo ha denunciato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nell’evento “A difesa del latte italiano” a Brescia, nel sottolineare che “la situazione è divenuta insostenibile per il futuro di una agricoltura che ha scelto con decisione la strada della legalità, della qualità e della trasparenza nel rapporto con i consumatori”.
L’applicazione in Italia dell’organizzazione comune di mercato del settore lattiero, basata sulle “quote latte”, è stata e continua ad essere contraddistinta da gravi comportamenti elusivi degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e nazionale, anche dopo l’entrata in vigore della legge 119/2003. In Italia - si legge nel documento distribuito dalla Coldiretti - sono operanti 48.000 imprese di allevamento da latte moltissime delle quali, 32.000, hanno effettuato contratti di acquisto di quota con notevoli investimenti finanziari per allineare le capacità produttive ai quantitativi di riferimento, altre 15.000 hanno aderito al piano di rateizzazione del debito accumulato.
Sono 47.000 gli allevatori onesti e rispettosi della legge, ma ci sono - denuncia la Coldiretti - 1.200 aziende che hanno scelto di porsi fuori dalla legalità, producendo enormi quantità di latte prescindendo dall’assegnazione delle quote. Una situazione che ha messo fuori mercato molte aziende considerato che più del 50% delle imprese di allevamento italiane sono situate in zone montane e svantaggiate del Paese, dove svolgono una fondamentale funzione di presidio del territorio e di protezione rispetto ai dissesti idrogeologici.
La mancata applicazione della legge 119/2003 da parte di poche centinaia di “abusivi” che mettono in pericolo l’ordine pubblico con atti di intimidazione crea una situazione di grave turbamento del mercato dei prodotti lattiero caseari anche a causa di notizie fuorvianti e contraddittorie di fonte politica che rischiano di far ritornare nel settore il clima degli anni ’90. Senza dimenticare i circa 2 miliardi di euro già trattenuti dalla Commissione Europea e sottratti alle imprese oneste e ai cittadini italiani e il rischio di una ulteriore sanzione al nostro Paese per non aver fatto rispettare le regole.
E’ evidente - sottolinea la Coldiretti - che prima di immaginare anche una minima modifica dell’organizzazione comune del mercato del latte (Ocm) in relazione alle proposte del Commissario Europeo Fischer Boel, deve essere data piena e completa applicazione alla legge 119/2003, soprattutto con riguardo alle procedure di riscossione dei prelievi nei casi di superamento della quota. Su questi temi della legalità, Coldiretti è, e sarà sempre, in prima linea perché ritiene che non ci possa essere un’ agricoltura sana e sicura al servizio dei cittadini consumatori senza il rispetto della legge.
La Coldiretti chiede di …
- procedere con rigore ai controlli previsti dalla 119/2003 e dalle normative sanitarie e fiscali;
- attivare le procedure previste dall’articolo 1 della legge 119/2003 per il recupero delle somme dovute a titolo di superprelievo;
- sensibilizzare gli uffici giudiziari affinché sia posta la dovuta attenzione nella valutazione del reale contenuto dei ricorsi attribuiti per legge alla esclusiva giurisdizione dei Tar ;
- garantire e supportare la costituzione dell’Agea e delle Regioni nei giudizi pendenti dinnanzi alla magistratura assicurando che la difesa venga garantita con adeguate professionalità in grado di ottenere la rapida definizione delle controversie;
- provvedere all’immediata sospensione della corresponsione di qualsiasi aiuto o altra erogazione di natura pubblica, per i soggetti che non hanno rispettato i quantitativi individuali di produzione lattiero casearia e che hanno aperto un contenzioso con la Pubblica Amministrazione.

La produzione di latte “made in Italy” in cifre
Allevamenti da latte: 48.000
Vacche da latte: 1,6 milioni
Regioni leader: Lombardia (39%), Emilia-Romagna (16%), Veneto (11%), Piemonte (8%)
Produzione: 10,85 milioni di tonnellate per consegne in latteria
Formaggi: 23 a Denominazione di Origine (Dop) riconosciuti dalla Ue
Fonte: elaborazioni Coldiretti su Ismea, Istat e Agea

I consumi di prodotti lattiero caseari
Consumi per persona latte: 57,2 kg/anno
Consumi per persona formaggi: 23,4 kg/anno
Consumi per persona yogurt: 8,4 kg/anno
Consumi per persona burro: 2,8 kg/anno
Spesa famiglie: 17.766 milioni di euro/anno in latte, latticini e formaggi
Fonte: elaborazioni Coldiretti su Ismea e Istat

La quota assegnata all’Italia
- quota per consegna di latte ad acquirenti disponibile 10,25 milioni di tonnellate
- quota per le vendite dirette disponibile 0,25 milioni di tonnellate
- totale quota italiana assegnata 10,50 milioni di tonnellate
Fonte: elaborazioni Coldiretti

Le quote e prelievo nei maggiori Paesi Europei
(Paese, Quota in milioni/tonnellate, situazione ultima campagna)
Germania - 28,3 - Ha superato la quota nazionale. Ha un prelievo di € 8.200.000
Francia - 24,6 - Entro quota
Regno unito - 14,8 - Entro quota
Olanda - 11,2 - Ha superato la quota nazionale. Ha un prelievo di € 8.700.000
Italia - 10,5 - Ha superato la quota nazionale. Ha un prelievo di € 176.270.000
Fonte: elaborazioni Coldiretti

Gli allevamenti italiani e le quote
- Le imprese italiane titolari di quota latte sono 48.000 (tra vendite dirette e consegne)
- Quasi 32.000, hanno effettuato contratti di acquisto di quota con investimenti finanziari
- 15.000 hanno aderito al piano di rateizzazione del debito accumulato
- Circa 1.200 aziende hanno scelto di porsi fuori dalla legalità
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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