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NON SI BUTTA VIA NIENTE: LE ECCEDENZE DI FRUTTA E VERDURA CHE RESTEREBBERO SUL CAMPO A MARCIRE RACCOLTE E DESTINATE AL SOCIALE IN UN PROGETTO PROTOTIPO “LAST MINUTE MARKET-HARVEST”

Si chiama progetto prototipo “Last Minute Market-Harvest”, secondo gli organizzatori è il primo in Italia e vuole mettere a disposizione di chi non ha mezzi le eccedenze di frutta e verdura che, altrimenti, resterebbero sul campo.
Il progetto è stato elaborato dalla Facoltà di Agraria dell’Ateneo felsineo e realizzato in seguito a un accordo con la Provincia di Bologna, che ha coinvolto anche mondo agricolo e associazioni no profit. Come è stato spiegato in una conferenza stampa, la sperimentazione è andata da luglio a settembre e ha coinvolto cinque aziende agricole della zona di San Matteo della Decima, nel persicetano, dove sono stati raccolti 18.700 kg. di patate (quantità equivalente a due tir) e 200 kg di meloni e angurie, tutti prodotti che, per pezzature più piccole della media o irregolari, non erano adatti ai normali circuiti commerciali. A raccoglierli, anche con la “spigolatura” in campo, sono stati o singoli bisognosi, o i volontari di quattro associazioni no profit della zona, alle quali è andata la maggior parte dei prodotti (Caritas, Centro missionario persicetano e due associazioni di recupero tossicodipendenti e di distribuzione alimentare a persone disagiate).
Dato che il progetto è stato giudicato in modo molto positivo da tutti gli interessati, la sperimentazione continuerà e sarà estesa ad altre aree del bolognese. “Abbiamo sostenuto questo progetto perché è un esempio di “agricoltura sociale”, che ha ricadute sulla solidarietà attraverso un sistema virtuoso che recupera le eccedenze alimentari”, ha sottolineato l’ assessore provinciale all’Agricoltura, Gabriella Montera. Il preside della Facoltà di Agraria, Andrea Segré (studioso di “mercati all’ultimo minuto” dell’agroalimentare), ha ricordato che “questa è la prima volta che si pratica una spigolatura scientifica. Inoltre - ha spiegato - il progetto promuove un’azione di sviluppo locale sostenibile e attiva una rete solidale sul territorio che tocca pure il tema dell’integrazione”, dato che gran parte dei bisognosi che si rivolgono ad associazioni e agricoltori chiedendo aiuti alimentari sono immigrati.

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